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HOCKEYPelletier: "Non è lo stesso lock-out del 2004-2005, sarà più breve"

19.09.12 - 07:11
L'ex allenatore di Ambrì-Piotta e Friborgo è uno degli esperti nel mondo dell'hockey su ghiaccio in attesa di conoscere gli sviluppi dei trasferimenti dei giocatori di NHL
Keystone
Pelletier: "Non è lo stesso lock-out del 2004-2005, sarà più breve"
L'ex allenatore di Ambrì-Piotta e Friborgo è uno degli esperti nel mondo dell'hockey su ghiaccio in attesa di conoscere gli sviluppi dei trasferimenti dei giocatori di NHL
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FRIBORGO - Il lock-out in NHL è stato ufficializzato e alcuni giocatori che militano nel campionato nordamericano di hockey su ghiaccio, hanno iniziato a concretizzare il proprio trasferimento nei vari campionati europei. Per quanto riguarda i rossocrociati, Mark Streit è andato al Berna, Yannick Weber si è accordato con il Ginevra, mentre Damien Brunner e Raphael Diaz hanno fatto ritorno all'ovile firmando con lo Zugo. Le altre compagini di LNA scrutano tutti i movimenti con lo scopo di assicurarsi i servigi di un campione-straniero da allineare al roster attuale, così come ha fatto il Davos con Joe Thornton ed è imminente anche il "si" di Rick Nash. Proprio la coppia che ha fatto sognare i tifosi grigionesi nella stagione 2004-2005, quando il lock-out durò per tutto il campionato e il Davos si portò a casa il titolo.

L'arrivo di questi campioni provenienti dal campionato di hockey più blasonato del mondo inizia a stuzzicare il palato degli appassionati e degli esperti di questa disciplina, che non vedono l'ora di poter assistere alle giocate sopraffine dei loro beniamini. Fra questi, c'è sicuramente anche Serge Pelletier, ex allenatore di Ambrì Piotta e Friborgo, in attesa di capire come si svilupperà la vicenda nel nostro campionato.

Serge Pelletier, cosa ne pensi di questo lock-out?
"Dal mio punto di vista penso che questo lock-out sarà più corto rispetto a quello del 2004-2005. Otto anni fa bisognava creare un nuovo sistema della NHL e c'era il problema del tetto salariale. Ora invece che il sistema c’è già, bisogna soltanto discutere per sapere come ripartire i soldi fra giocatori e proprietari. Interpreto questa mossa come un passo avanti nelle negoziazioni fra il sindacato dei giocatori e i proprietari. I proprietari hanno usato questo lock-out soltanto per dimostrare ai giocatori che vogliono tenere la loro posizione nella negoziazione".

Indipendentemente da quanto tempo possa durare il lock-out, chi ci guadagna di più?
"Ovviamente se i giocatori restano a lungo, la Svizzera e i club svizzeri guadagneranno tanto ad avere questi giocatori molto forti in squadra. Il problema si presenterà piuttosto quando il lock-out finirà e i giocatori ripartiranno oltre oceano. Si creerà un grande vuoto. Però penso che tutto l’ambiente dell’hockey svizzero ne beneficerà. Lo spettacolo incanterà i tifosi e ci sarà un bel guadagno di immagine per l’hockey svizzero".

Potrebbe non essere solo positiva la cosa. Magari l’arrivo di un campione potrebbe influire sull’amalgama che già si era creato all'interno del gruppo...
"Quando si prende un giocatore del genere bisogna verificare prima di tutto la sua forma. In NHL non hanno iniziato i rispettivi campi d’allenamento e non sono ancora scesi sul ghiaccio, quindi penso che il livello di forma non sia il massimo in questo momento. Secondariamente c’è bisogno di un giocatore che venga in Svizzera per mettersi a disposizione del collettivo della squadra. Se il giocatore viene qui solamente per allenarsi in vista della fine del lock-out e per entrare in forma per la NHL, non è di nessuna utilità il suo impiego. L'importante infine è che lo straniero che gli lascia il posto non se la prenda troppo".

Ci sono squadre come il Davos che ha solo tre stranieri in rosa e probabilmente si aspettava questa situazione…
"Il Davos e il Ginevra hanno speculato sul lock-out e questo è un dato di fatto. Hanno preso al volo questa occasione per rinforzare la rosa. Bisogna anche dire che ci sono delle squadre che hanno già 4-5 stranieri e a loro non interessa fare questo tipo di acquisti".

Secondo te in questo modo il campionato può definirsi falsato?
"Per l’occhio dello spettatore sicuramente l'arrivo di questi grandi campioni è una buona cosa. Per l’equilibrio del campionato invece, la situazione favorisce chi ha speculato sul lock-out e chi ha una po’ di riserva economica. Bisogna essere consapevoli che per questi giocatori bisogna spendere cifre importanti. In Svezia per evitare questi problemi, già un mese prima dell’inizio del campionato, hanno messo nel regolamento che in caso di lock-out in NHL, non si può prendere nessun giocatore. Secondo me hanno preso questa decisione anche per lo sviluppo dei loro propri giocatori". 

Ci vorrà molto per vedere questi campioni in Svizzera?
"Esistono tre ondate di trasferimenti in questi casi. Il primo movimento è immediato e rappresenta gli svizzeri che giocano in NHL che rientrano più o meno nel loro club d’origine a parte qualche eccezione. Il secondo invece avviene qualche giorno dopo e concerne quegli stranieri che sono già venuti nel primo lock-out, come Nash e Thornton, che si sentono a casa a Davos e questo è un grande vantaggio per il club. Il terzo movimento concerne quei giocatori che sperano che il lock-out si risolvi presto così che non devono muoversi. Attendono le nuove negoziazioni e discussioni per  poi prendere magari tra un mese la decisione di spostarsi altrove".

Come vedi il campionato quest'anno?
"Dopo le prime giornate di campionato ho visto subito un buon equilibrio fra le dodici squadre, ma bisogna vedere con il lock-out come alcune squadre possono cambiare viso. Lo Zugo per esempio, che è ultimo in classifica, si ritroverà con Damien Brunner e Raphael Diaz oltre a un probabile straniero in più. La musica cambierà. Chi approfitterà di questi movimenti potrà cambiare parecchio l’andamento del campionato nelle prossime settimane".

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