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CALCIOPetkovic: "A Sion c'è bisogno di una scossa mentale"

16.05.12 - 15:27
Il neo allenatore dei vallesani ha analizzato la situazione dei suoi a pochi giorni dalla spareggio che permetterebbe ai biancorossi di restare in Super League, nonostante i problemi vissuti quest'anno
Keystone
Petkovic: "A Sion c'è bisogno di una scossa mentale"
Il neo allenatore dei vallesani ha analizzato la situazione dei suoi a pochi giorni dalla spareggio che permetterebbe ai biancorossi di restare in Super League, nonostante i problemi vissuti quest'anno
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SION - Il Sion, con la testa allo spareggio per la permanenza in Super League, ha deciso di affidare la propria panchina a un allenatore che di sfide decisive ne sa qualcosa: Vladimir Petkovic. Il mister originario di Sarajevo di spareggi ne ha infatti già vissuti due, entrambi col Bellinzona col quale, al secondo tentativo, aveva conquistato la promozione nella massima serie.

E proprio il Bellinzona potrebbe essere, come si augurano nella città dei castelli, il futuro avversario del Sion nella prossima doppia sfida che garantisce un posto nella Super League 2012/2013: “Affrontare uno spareggio non è mai facile, poi se sarà Bellinzona o Aarau a noi poco cambia – ha esordito il neo allenatore dei vallesani - dobbiamo pensare principalmente a noi stessi”.

Mister Petkovic, quali sono i suoi obiettivi e le sensazioni sulla squadra?
“L’obiettivo principale per me è quello di preparare mentalmente e fisicamente la mia squadra ad affrontare queste due partite. Il Sion è la squadra che dopo il Basilea ha ottenuto più punti in Super League, quindi bisognerà affrontare la partita a testa alta ma con umiltà e rispetto dell’avversario”.

Lei parla di questione mentale, ma i suoi ragazzi sono sembrati spegnersi lungo l’arco del campionato..
“I ragazzi nelle ultime settimane sono rimasti senza allenatore e ovviamente hanno sofferto la mancanza di una guida, di un punto carismatico, di quel riferimento di cui una squadra ha bisogno. Quindi anche questo sarà il mio compito, quello di diventare la figura leader di questi ragazzi, con la mia esperienza. Si dovrà lavorare un po’ sulla psicologia perché dobbiamo credere in noi stessi, sapendo che queste partite sono sempre molto delicate”.

Cosa manca a questo Sion in questo momento?
“In questo momento c’è bisogno di una scossa. Quella scossa mentale che ti crea convinzione, ti crea il sapere cosa si deve fare e in quale momento; spetta a me e soprattutto ai giocatori trasformare ogni piccola cosa, con la grinta e l’intelligenza, in un qualcosa di positivo. Dovremo sfruttare il nostro ritmo superiore perché siamo una squadra di Super League e sicuramente da questo punto di vista saremo avvantaggiati e cercheremo di fare la differenza”.

Incontrare il Bellinzona crea in lei un ricordo del periodo in cui ha allenato in Ticino?
“Ovviamente si perché di quel periodo e dell’esperienza con Lugano e Bellinzona ho solo bei ricordi, non potrei mai rinnegare quel legame che sento dentro di me con quei paesaggi. Infatti anche nella mia vita privata ho scelto Locarno come luogo dove vivere, mi sento come a casa”.

Nel 2011 si è trasferito al Samsunspor, quali sono le differenze tra il calcio svizzero e quello turco?
“Le differenze principali si trovano alla base, nella gestione dei club, negli interessi di sponsor, tv e tifosi che sono nettamente diversi: è uno sport, un calcio molto sentito. Le società impiegano molti soldi anche se purtroppo per loro hanno ottenuto meno di quanto meritano visto tutti gli sforzi e gli investimenti profusi. È un calcio all’avanguardia che sicuramente, con alcuni ragguagli, potrebbe entrare nell’élite del calcio europeo insieme a Spagna, Italia, Germania e Inghilterra. La cosa che manca è lavorare e scommettere sui giovani”.

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