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CALCIOMaradona: "La mia dote e quella di Messi? La velocità di pensiero"

24.03.12 - 16:31
L'ex Pibe de Oro, attuale allenatore della squadra araba dell'Al Wasl, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni sul giovane talento argentino, sul Napoli, su Balotelli e sul fisco italiano
Keystone
Maradona: "La mia dote e quella di Messi? La velocità di pensiero"
L'ex Pibe de Oro, attuale allenatore della squadra araba dell'Al Wasl, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni sul giovane talento argentino, sul Napoli, su Balotelli e sul fisco italiano
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DUBAI (Emirati Arabi Uniti) - Messi è il numero 1 del mondo ormai da anni, come testimoniato dai 3 Palloni d'Oro consecutivi e anche dai numerosi trofei vinti con il Barcellona, ma potrebbe diventare il miglior calciatore di tutti i tempi e l'investitura arriva nientemeno che da colui che finora è considerato proprio come tale, ovvero Diego Armando Maradona.

Il 'Pibe de oro', attualmente tecnico dell'Al Wasl, si è concesso in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport dove, tra le altre cose, si sofferma proprio sul giovane connazionale che ha potuto allenare quando guidava la Nazionale argentina: "Messi ha qualità che nessuno mai ha avuto nella storia. C'e' una dote, soprattutto una, che nessuno ha mai avuto come me e Leo: la velocità di pensiero. Allenandolo, la cosa di me che rivedevo in lui era la fulminea comprensione di come l'azione si sarebbe sviluppata. E' una qualità innata, una cosa da computer. Potendo dialogare con uno che pensa alla stessa velocità, entrambi avremmo dato ancora di più".

Maradona stila poi la sua personale classifica dei migliori negli ultimi anni e mostra di essere un grande estimatore di Mario Balotelli: "La mia classifica è: Messi, Ronaldo e poi Ibra e Rooney a pari merito. Balotelli? Allenarlo non deve essere facile ma e' un purosangue. Lo metto quasi allo stesso livello di Cristiano Ronaldo, che ovviamente è secondo solo a Messi. E' ancora un ragazzino e, come sappiamo, i suoi problemi non sono in campo ma fuori, ma penso che con il sostegno paterno di Mancini lo stia portando sulla strada giusta".

Un pensiero va anche al calcio italiano, tra il suo Napoli e la Juventus: "Ora è importante che arrivi terzo, in modo da replicare subito l'esperienza in Champions. Se ha già fatto bene alla prima partecipazione, mi aspetto che l'anno prossimo vada anche meglio. Il Pocho corre a perdifiato, con o senza palla, squilibra ogni schieramento avversario. Ma Cavani è diventato implacabile e Hamsik continua a piacermi. Sono bravi e giocano con il cuore. Non conosco bene Mazzarri, ma la sua bravura si vede da come fa giocare il pacchetto arretrato: non ha campioni lì dietro, quelli stanno davanti, ma difendendo di squadra riesce a ovviare alla carenze di talento.".

Infine, Maradona tuona contro il fisco italiano: "Ci voglio andare io da Befera (direttore dell'Agenzia delle Entrate, n.d.r.), è ora di chiudere una storia che mi ha avvelenato la vita. Che mi ha sottratto non tanto occasioni di lavoro, quelle vanno e vengono ed è inutile tornarci su, ma 18 anni di amore dei napoletani. Io non sono un evasore fiscale, ho in mano una sentenza del '94 nella quale si dice che non devo nulla, non ho capito chi abbia poi cambiato le carte in tavola e perché. Voglio chiudere la questione e tornare a Napoli dalla porta principale. Voglio semplicemente entrare al San Paolo libero di tifare come tutti i napoletani. E poi vorrei tanto bermi un caffé in Piazza del Plebiscito con Giordano, Carnevale, Renica, con tutti i miei vecchi compagni" (ITM). 

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