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CALCIOCronaca di un derby mai nato, l’ACB rifila tre pappine al Locarno

06.08.11 - 20:45
Due gol di Ciarrocchi e Riedle in entrata di primo e secondo tempo decidono la sfida sopracenerina, chiusa da una perla dell'ex-Marchesano. Morandi: "Senza umiltà non si va da nessuna parte"
Tipress/Samuel Golay
Cronaca di un derby mai nato, l’ACB rifila tre pappine al Locarno
Due gol di Ciarrocchi e Riedle in entrata di primo e secondo tempo decidono la sfida sopracenerina, chiusa da una perla dell'ex-Marchesano. Morandi: "Senza umiltà non si va da nessuna parte"
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LOCARNO – Cronaca di un derby mai nato. Il Bellinzona ha fulminato il Locarno con due gol in entrata di primo e di secondo tempo, allargando poi il risultato a un quarto d’ora dalla fine. In mezzo a tutto ciò, il Locarno ha giocato e impensierito i granata solo nella seconda metà del primo tempo.

Lo 0-3 schiocca come una frusta sulla schiena dei bianchi, ma le parole del loro allenatore Davide Morandi ancora di più: “Oggi non ha perso la squadra, ho perso io. Però ora i miei giocatori non hanno più alibi. Senza umiltà non si va da nessuna parte”.

Un giudizio severo, che però disegna bene il confronto. Il Bellinzona è partito a testa bassa e dopo 50 secondi poteva già essere in gol se Riedle non avesse mandato a lato di testa da cinque metri. Immemore del pericolo, il Locarno ha spalancato la sua area poco dopo e il capoccione di Bobo Ciarrocchi ha freddato il titubante Mitrovic.

Per venti minuti i granata hanno imperversato creando occasioni senza lasciare respiro ai locali. Il Locarno si è poi scosso, spinto da Hassel e Unal (buon debutto, anche se il suo lasciare il campo infastidito non è da indicare come esempio), e lì era il momento per girare la partita. Monighetti, Hassel e Milani non hanno mira e le speranze evaporano.

I granata ammazzano il match in entrata di ripresa, con un bel gol di Riedle, servito dalla spizzata di Ciarrocchi e lesto ad aggirare la difesa avversaria piantata come un frassino. Stavolta, malgrado inserimenti e spostamenti, il Locarno non si riprende più. Il Bellinzona amministra senza fatica con un bel possesso palla, il Locarno si sfiata.

Il gioiello di Marchesano è l’ultima emozione: prende palla a quaranta metri dalla porta, defilato sulla sinistra, evita Milani, punta l'area, giravolta attorno a Decarli e davanti a Mitrovic la mette dentro con tocco d’artista, di sinistro. Un piccolo capolavoro di questo scricciolo pieno di fantasia e classe.

Il Bellinzona è piaciuto per la sua propensione a far gioco e per lo stringere i denti nei momenti bui. “Abbiamo ricominciato dove avevamo concluso – spiega Martin Andermatt -. Da Carouge a Locarno, la mia squadra ha saputo trasformare sul campo il grande lavoro in allenamento”.

Sorprende la duttilità tattica della squadra di Andermatt, che passa da un 4-1-4-1 a un 4-3-3 senza apparente squilibrio. Il Locarno ha invece deluso, è mancato nella corsa e nella lotta, perdendo anche la testa quando i granata premevano. È questo che preoccupa Morandi, perché è chiaro che sulla strada della salvezza si cammina con le armi dei poveri, se non se ne hanno molte altre.

Foto d’apertura: Tipress/Samuel Golay
 

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