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HOCKEYJaks: "Il Lugano è stato la più grande delusione del campionato"

15.04.11 - 10:07
L'opinionista ha tracciato con noi un bilancio della stagione che ha visto le ticinesi in difficoltà, Davos ancora campione, Kloten e Langnau piacevoli sorprese e un preoccupante numero di infortuni
Ti-Press/Samuel Golay
Jaks: "Il Lugano è stato la più grande delusione del campionato"
L'opinionista ha tracciato con noi un bilancio della stagione che ha visto le ticinesi in difficoltà, Davos ancora campione, Kloten e Langnau piacevoli sorprese e un preoccupante numero di infortuni
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La stagione 2010/2011 di hockey si è conclusa emettendo i suoi verdetti irrevocabili e aprendo il tempo dei bilanci. Per tirare le somme di questo campionato abbiamo raccolto le impressioni di Peter Jaks, ex direttore sportivo dell’Ambrì e ora opinionista alla RSI.

Cominciamo dalla “finale perfetta”, ovvero la sfida fra le migliori…“Questo finale di stagione ha rivalutato la regular season mostrando che anche nei playoff le squadre più forti sono arrivate in fondo, quindi non è vero che i risultati ottenuti durante la stagione regolare siano inutili. Tutto sommato è stato un campionato giocato su buoni livelli - sempre fra i migliori in Europa - dove ha vinto con merito il Davos, capace di fare la differenza col Kloten soprattutto nelle situazioni speciali”.

I grigionesi non sono però stati le uniche note liete quest’anno; quali altre formazioni inserisci fra le più positive?
“Sono rimasto sorpreso dal Kloten, una squadra che pensavo avesse i mezzi per fare bene ma non per arrivare così in alto. Ma il più grande exploit l’ha fatto il Langnau, dato unanimemente per spacciato a inizio stagione invece ha chiuso alla grande con una qualificazione ai playoff raggiunta praticamente senza mai soffrire”.

E le delusioni invece?
“La più grande è senza dubbio il Lugano. Tutti gli esperti, me compreso, vedevano i bianconeri fra le prime quattro forze del campionato, invece si è rivelata un’annata negativa. Male anche lo Zurigo che, più o meno facendo un discorso analogo a quello dei bianconeri, si è sì qualificato per i playoff ma ci si aspettava di più che una stagione fra pochi alti e tanti bassi”.

Rimaniamo sul Lugano, quali sono state le cause di tutte queste difficoltà?
“Si è riscontrata una grossa mancanza da parte degli stranieri rispetto anche allo scorso campionato quando Robitaille ed Hamilton avevano ad ogni modo chiuso nei primi posto fra gli scorer della lega. Quest’anno invece c’è stata pure un po’ di confusione: prima l’ingaggio di Clymer che non ha mai giocato, poi il tira e molla con Genoway che per finire si è rivelato il più costante, e infine ci aggiungiamo anche un Nummelin spesso ferito e comunque lontano dai suoi livelli. Bisogna però fare un elogio al finale di stagione: non era evidente chiudere la serie in quattro partite e lì il Lugano è riuscito a unirsi e giocare nella maniera giusta. Per l’anno prossimo hanno già fatto acquisti di qualità e una volta trovati un terzino e un centro straniero di valore avranno completato la spina dorsale della squadra che dovrà come minimo centrare i playoff, ma anche fare di più”.

Per l’Ambrì invece un’altra stagione di sofferenze…
“È funzionato davvero poco, ma c’è da salvare… la salvezza e il buon lavoro fatto con i giovani. Non solo Pestoni e Hofmann - che comunque a inizio stagione non erano previsti quali trascinatori del gruppo -, bensì anche ragazzi come Guerra, Incir e Grassi, giusto per citarne alcuni. È da lì che dovranno ripartire in prospettiva futura”.

Infine, quest’anno abbiamo visto una crescita preoccupante degli infortuni. Come rimediare? Il giudice unico ha le sue colpe?
“È un problema serio causato da diversi fattori fra i quali la grande velocità che lascia meno tempo per giocare e anche alcuni interventi che sarebbero potuti essere evitati. Una delle soluzioni potrebbe essere l’inasprimento delle squalifiche: non le solite 2-3 partite, ma partendo da un minimo di 10. Per quanto riguarda Steinmann, lui ha commesso degli errori – in primis la clamorosa ammissione di colpa sul caso Westrum-Schneeberger – però da suddividere in parte anche con il suo sostituto Krüger. Il grosso problema sta però nel fatto che Steinmann è un avvocato che non ha mai giocato a hockey (ha fatto per tempo lo speaker a Zugo…), mentre credo che magari alcuni ex-giocatori ora avvocati – magari più di uno a prendere le decisioni - potrebbero essere più adeguati”.

Foto d'apertura: Ti-Press/Gabriele Putzu

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