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Benitez"All'Inter per vincere con un bel calcio"

15.06.10 - 13:34
"Voglio mantenere questa mentalita' vincente"
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"All'Inter per vincere con un bel calcio"
"Voglio mantenere questa mentalita' vincente"
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Rafael Benitez si presenta in casa Inter. Dimenticate la sagacia e le freddure di Josè Mourinhuo, lo stile del tecnico spagnolo è tutt'altra cosa. Sorridente e pacato, è pronto a prendere il posto dello Special One, guardando al futuro con serenità.

Niente "pirla" e similari, dice che parlerà in spagnolo per non fare errori, ma poi parla in italiano quasi perfetto, passando dall'inglese allo spagnolo e l'italiano senza problemi.

"Ringrazio il club e la società per la possibilità che mi hanno dato. Grazie ai tifosi che hanno mostrato grande entusiasmo, mi ha fatto piacere", sono le prime parole del nuovo tecnico nerazzurro.

Impossibile non fare paragoni col tecnico portoghese, d'altra parte proprio Benitez è stato definito l'anti-Mourinho. "Non credo di esserlo", dice. "Penso che lui abbia fatto un grande lavoro, ma io sono diverso. Mi piace vincere e giocare un buon calcio e non ho problemi a fare il mio lavoro". Anche secondo lui Mourinho bada più al risultato che al buon gioco? "È difficile dire cos'è il buono calcio. In Inghilterra si gioca con lunghi passaggi, in Spagna con passaggi corti: cosa è meglio? Dipende dalla squadra e dagli avversari che hai di fronte", spiega. "La mia mentalità è quella di vincere giocando bene e questo dipende dai giocatori che hai. I giocatori sono buoni e possiamo giocare bene. Certo, è sempre meglio vincere, poi si impara anche a giocare un buon calcio".

Il primo impatto con l'Italia è stato positivo: "La prima cosa che ho visto dell'Italia è che si respira calcio fin dal primo momento. In Sardegna avevo i giornalisti schierati con tutte le formazioni", dice scherzando sui "paparazzi" che lo hanno tallonato fin dai primi momenti. "Mi piace questo clima, la società è di massimo livello, e voglio fare il meglio che possiamo".

Arrivare dopo un anno da favola non è facile: "Tutti noi allenatori dobbiamo fare cose importanti se vogliamo essere importanti. Noi abbiamo vinto molto, ha fatto un anno perfetto. Ora vogliamo mantenere la mentalità vincente. Possiamo giocare con lo stesso modulo, dipende dai giocatori che abbiamo, cambiare tutto non è intelligente", dichiara, utilizzando una prima persona che la dice lunga sul sentirsi di casa all'Inter.

Anche nel rapporto con la stampa, su di lui incombe la figura di Mourinho, uomo comunicazione per eccellenza, ma Rafa è sereno. "La mentalità della stampa italiana è simile a quella spagnola. La gente parlerà e criticherà, ma è normale", anche se ammette che gli "piace parlare coi giornalisti".

Dribbla le domande sull'interessamento della Juventus, quando era dato tra i papabili per la panchina bianconera. Sulla società di Torino dice che "nel calcio si parla molto, ma alla fine la cosa più importante è il matrimonio e io ho un matrimonio con l'Inter".

Bocca cucita anche sui movimenti di mercato. "Aspetto di comprare giocatori di livello, ma non posso dire i nomi, qualcuno di buono", assicura. Maicon "è uno dei tanti giocatori di livello che abbiamo. Del suo futuro parleremo con la società, ora sono contento perché è un nostro giocatore". Eto'o è un "giocatore intelligente, ma la squadra è più importante", chiarisce.

In squadra avrà a disposizione Mario Balotelli: "Balotelli è un giocatore di qualità, sono contento di averlo, così come Cambiasso è di massimo livello, posso parlare solo di lui, non di Mascherano", chiarendo che preferisce dribblare la domanda, mentre di Coutinho dice di averlo visto: "È bravo e abbiamo molte informazioni su di lui".

Il suo cammino in casa nerazzurra inizia con l'appuntamento delle Supercoppe, Italiana ed Europea: "C'è la possibilità di vincere altri trofei e possiamo farlo. È fondamentale mantenere la mentalità vincente".

La mentalità che porta impresso il marchio Mourinho che quando arrivò mise subito le cose in chiaro dicendo di non essere un "pirla". "Se sono qui penso di essere intelligente", risponde. "Non ho parlato con Mourinho, non sono preoccupato, ma se devo farlo non ho problemi", dice.

Per Milano ha lasciato Liverpool: "Il giorno della partenza è stato triste per me, le mie figlie sono cresciute lì, il mio rapporto col club e i giocatori era bellissimo, ma le cose nella vita cambiano", spiega. A Milano rimarrà per due anni, un contratto più breve rispetto a quello che lo legava al club inglese: "Penso di fare qui gli stessi anni che ho fatto a Liverpool, lavorerò per questo", assicura.

Ora dieci dei suoi giocatori sono impegnati al Mondiale, ma il suo pensiero è già ad agosto, quando inizierà a lavorare e a giocare con la sua squadra. Meglio il Mondiale alla Spagna o la seconda Champions con l'Inter? "Meglio tutte e due".


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