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All BlacksL'Italia si inchina onorevolmente

14.11.09 - 17:09
La festa del rugby a San Siro termina con gli azzurri sotto 20-6, una sola meta per i "tuttineri"
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L'Italia si inchina onorevolmente
La festa del rugby a San Siro termina con gli azzurri sotto 20-6, una sola meta per i "tuttineri"
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Gli azzurri del rugby riempiono San Siro ed escono sconfitti dal primo test match 2009, perdendo 20-6 contro gli All Blacks. Un punteggio che ricalca, in attivo, quello dell'ultimo confronto dello scorso giugno, ma che vede la Nuova Zelanda segnare sette punti in meno di allora. Un segnale positivo per Mallet, che può dirsi soddisfatto della prova dei suoi, soprattutto difensivamente dato che i tutti neri sono andati in meta in una sola occasione.

La festa degli ottantamila di San Siro inizia con gli azzurri in pressione sugli oceanici, che come previsto inizialmente si presentano con McCaw in panchina e senza lo squalificato Carter. Spinta dal pubblico del Meazza, la nazionale di Mallett esordisce senza timore reverenziale pascolando nel territorio nemico. Dopo quattro minuti la mischia azzurra fa valere il vantaggio di peso e costringe gli avversari sulla difensiva, guadagnando un calcio che Gower realizza per il beneaugurante 3-0 iniziale. L'illusione però dura davvero poco, perché già dopo tre minuti McAlister ristabilisce la parità realizzando il più agile dei piazzati (3-3) e poi non riesce a ripetersi subito dopo da meta campo. Anche se il primo vantaggio "tuttonero" non tarda molto ad arrivare, sempre per merito di McAlister, che porta i suoi sul 6-3 con un altro calcio dopo un quarto d'ora di gioco. La mischia azzurra continua a fare il suo lavoro costringendo nuovamente al fallo gli avanti avversari: il direttore di gara australiano manda al calcio Gower, che però vanifica il possibile 6-6 da buona posizione. Peccato, perché gli oceanici a quel punto danno sfoggio di classe e mordono le linee azzurre fino a trovare il buco giusto per la meta di Flynn al 27' (11-3). L'Italia non giocano affatto male, tenendo testa ai blasonati avversari ma vanificando un paio di buone circostanze in cui la foga diviene cattiva consigliera nella scelta delle soluzioni vincenti e non porta a niente di concreto. Prima del riposo c'è però ancora tempo di annotare un altro piazzato di McAlister per il 14-3 che incornicia la prima metà gara.

La seconda si apre con lo stesso copione: è sempre il numero 12 neozelandese a riaprire le marcature mettendo di piede dentro per il nuovo vantaggio (17-3). Gli azzurri però non mollano la presa sul match e, spinti dal calore di un San Siro che cerca di dimenticare la temperatura polare, trascorrono i primi minuti della ripresa stabilmente nella ventidue opposta. Il mini-assedio si conclude con un nulla di fatto, ma la squadra azzurra soddisfa l'entusiasmo del pubblico di casa non solo per come rintuzza ogni soluzione offensiva degli ospiti chiudendo loro la porta in faccia, ma per come si spinge a pressare ogni maglia nera in possesso dell'ovale. Il coraggio aiuta a mettere fieno in cascina e così, dopo una prolungata astinenza, Gower infila tra i pali il calcio del 17-6 dopo venti minuti dalla ripresa delle ostilità. Le undici lunghezze di distanza non devono sembrare abbastanza gli oceanici, che in un momento di confusione del match - e forse anche perché il fortino azzurro non dà segnali di cedimento - preferiscono cercare l'ennesimo calcio da fermo (la palla si stampa sul palo) piuttosto che cercare il colpo da maestro. Soluzione che replicano a dieci minuti dal termine per il 20-6 che gli azzurri provano nuovamente a mettere in discussione facendosi apprezzare per l'insistenza con cui giocano alla mano. La meta è vicina; per la precisione di cinque metri: posizione che il quindici azzurro occupa per gli ultimi, interminabili, minuti del match. I tutti neri sono in ginocchio e sfiorano ripetutamente la meta tecnica per come difendono sporco in mischia. San Siro fischia per le ripetute infrazioni non sanzionate, ma l'arbitro non concede la meta e alla fine gli azzurri si devono accontentare di Castrogiovanni man of the match della festa del rugby di questo insolito sabato pomeriggio alla Scala del calcio.


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