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CANTONE"Occorre trovare un accordo sulla libera circolazione"

05.10.15 - 12:00
Intervista a Battista Ghiggia, candidato della Lega dei Ticinesi per il Consiglio degli Stati alle elezioni federali
"Occorre trovare un accordo sulla libera circolazione"
Intervista a Battista Ghiggia, candidato della Lega dei Ticinesi per il Consiglio degli Stati alle elezioni federali

LUGANO - Continua le serie delle interviste ai candidati per le Federali 2015. È il turno di Battista Ghiggia, avvocato del luganese, candidato della Lega dei Ticinesi per il Consiglio degli Stati alle elezioni federali del prossimo 18 ottobre.

Lavoro: nel Mendrisiotto c'è una percentuale di frontalieri che supera il 50%. Neppure in Lussemburgo vi è una situazione del genere. Il liberismo abbinato al pragmatismo e all'utilitarismo tipicamente elvetici non rischiano di essere controproducenti per il nostro Cantone?
"Occorre chiarire i termini del discorso. Il liberismo senza regole può portare a situazioni da far west, che non sono nell’interesse dell’economia né dei cittadini. Io sono per un’economia liberale che significa meno Stato, riduzione della burocrazia e delle imposte. È importante che chi viene da noi si conformi al livello svizzero in ogni ambito, anche per quanto concerne gli stipendi e le competenze, e che le situazioni di dumping salariale vengano combattute. La libera circolazione incontrollata ha permesso al bacino di manodopera della Lombardia che si trova da anni in una crisi gigantesca l’accesso illimitato al piccolo mercato del lavoro ticinese, fatto questo che ha generato problemi del mercato del lavoro ticinese che conosciamo".

Si dice che l'economia ticinese sia diventata più ricca dall'entrata in vigore degli accordi bilaterali. Questa ricchezza come è stata distribuita? I ticinesi sono più ricchi di prima?

"Chi lo dice e con quali prove. Anche ammesso un effettivo arricchimento, questo vi è stato solo in certi settori e in certi ambiti. Dei bilaterali e della globalizzazione in generale ne hanno approfittato poche persone. La ricchezza si è concentrata ai massimi livelli a beneficio dei grandi manager e dei grandi imprenditori. La diseguaglianza è aumentata e il ceto medio ne soffre".

Franco forte. Nonostante l'allarme lanciato dal settore industriale, dal turismo e dalla vendita al dettaglio, gli studi di ricerca parlano di economia svizzera che tiene e cresce. Tanto rumore per nulla?
"No, al contrario gli ultimi dati dimostrano che vi è un rallentamento notevole e che l’economia comincia a risentire in ogni ambito della forza del franco. Il settore del turismo ne ha sofferto e ne soffre molto, inoltre le aziende e anche i privati sono spinti a comprare di più all’estero".

Il 9 febbraio 2014 gli svizzeri hanno messo in discussione la politica del Consiglio federale in materia di migrazione. Come se ne esce?
"Anche qui occorre parlare chiaro. Il 9 di febbraio costituisce una bocciatura della politica in materia di migrazione del Consiglio federale e non una messa in discussione. Se ne esce con un approccio coerente e chiaro, facendo capire all’UE che la Svizzera in quanto Stato sovrano deve rispettare le decisioni popolari, perché così funziona la nostra democrazia diretta, anche se la stessa è molto indigesta ai super burocrati dell’UE. Se non si trova un accordo sulla libera circolazione, questo trattato andrà denunciato e la palla sarà nel campo dell’UE che dovrà decidere se far ricorso alla clausola ghigliottina. Dubito che tutti gli Stati membri dell’UE siano d’accordo. La clausola di salvaguardia potrebbe essere una soluzione alternativa nella misura in cui gli afflussi vengano limitati al numero delle entrate precedenti l’entrata in vigore dei bilaterali".

I premi della cassa malati aumentano ancora. Fino a quando reggerà questo sistema?
"Il sistema sta mostrando la corda e se si va in avanti di questo passo, prima o poi si spezzerà. Occorre rivedere il concetto di cassa malati che non dovrà più essere una società con scopo di lucro e ritornare al sistema mutualistico cooperativo con il solo obiettivo della copertura dei costi, evitando comunque derive stataliste tipo la cassa malati unica e ricordandoci che il sistema sanitario svizzero è uno dei migliori al mondo e in quanto tale va mantenuto".

La Svizzera è risparmiata dal grande flusso di migranti in cerca di rifugio e prospettive di vita migliori. Ritiene necessario potenziare i controlli ai confini?
"Sì, i controlli vanno potenziati e occorre mettersi bene in testa che va fatta la distinzione tra richiedenti l’asilo e migranti economici. Tale verifica può essere fatta solo tramite i controlli rigorosi alle frontiere. I migranti economici non hanno diritto ad essere accolti, mentre i richiedenti l’asilo che adempiono i requisiti vanno ammessi con dei permessi temporanei fintanto che la situazione nel loro paese d’origine non si sarà normalizzata, dopodiché dovranno far ritorno al loro paese d’origine. Mi sembra che tutti i Paesi europei si stanno, malgrado i buonismi e i moralismi di certi ambienti, rendendo conto della gravità della situazione. Diversi hanno sospeso Schengen, tra cui la Germani, l’Austria e l’Olanda. Pure Dublino non ha più il consenso unanime dei Paesi UE. L’Italia stessa ha ammesso bellamente di non essere in grado di gestire le entrate e che la sospensione potrebbe essere un’ipotesi. La Svizzera deve denunciare sia il trattato di Schengen che quello di Dublino".

La politica energetica è abbastanza o troppo coraggiosa?
"La politica energetica va ridefinita. C’è stata una fuga in avanti dopo Fukushima dettata da emotività e ideologia. Ciò detto sono personalmente d’accordo di favorire il più possibile l’energia rinnovabile perché può portare ritorni economici importanti, ma occorre porsi degli obiettivi realistici".

Finanziamenti ai partiti poco trasparenti, rappresentanti del popolo al servizio delle lobby dei potenti dell'economia. Come rispondere a queste accuse?
"Sono favorevole ad un metodo trasparente di finanziamento dei partiti. Le lobby sono accettabili se agiscono con trasparenza. Penso che la politica di professione che avviene in Paesi a noi vicini sia molto peggio del lobbysmo".

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