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CANTONE“Una certa economia senza etica ha tratto vantaggio dagli accordi bilaterali”

03.10.15 - 17:00
Intervista a Luca Paltenghi, candidato al Consiglio nazionale per i Giovani UDC
“Una certa economia senza etica ha tratto vantaggio dagli accordi bilaterali”
Intervista a Luca Paltenghi, candidato al Consiglio nazionale per i Giovani UDC

LUGANO - È il turno, nella serie d’interviste ai candidati al Nazionale e agli Stati in vista delle elezioni del 18 ottobre, di Luca Paltenghi. Trentenne, consigliere comunale di Magliaso, è in lizza per il Consiglio nazionale nella lista dei Giovani UDC.

Lavoro: nel Mendrisiotto c'è una percentuale di frontalieri che supera il 50%. Neppure in Lussemburgo vi è una situazione del genere. Il liberismo abbinato al pragmatismo e all'utilitarismo tipicamente elvetici non rischiano di essere controproducenti per il nostro Cantone?

"Il popolo ha chiaramente detto il 9 febbraio dello scorso anno che è ora di mettere un freno alla politica sconsiderata dell’ultraliberismo volto unicamente al profitto, a detrimento dei lavoratori locali. La completa mancanza di attenzione verso il nostro tessuto socio-economico, facilitata dalla libera circolazione delle persone, porterà dritto nella fossa il Canton Ticino. Per questo l’iniziativa “Stop all’immigrazione di massa” dev’essere trasposta in legge rapidamente; altrettanto rapidamente va messa al voto l’iniziativa cantonale “Prima i nostri”, per la preferenza indigena e contro il dumping salariale".

Si dice che l'economia ticinese sia diventata più ricca dall'entrata in vigore degli accordi bilaterali. Questa ricchezza come è stata distribuita? I ticinesi sono più ricchi di prima?

"Nelle tasche dei cittadini non sono certo entrati più soldi. Il numero dei disoccupati e degli assistiti è aumentato e anche chi lavora si trova confrontato con stipendi inaccettabili, che solo un frontaliere può permettersi visti i costi della vita minori oltrefrontiera. Probabilmente una certa economia senza etica ha tratto vantaggio dagli accordi bilaterali, ma se guardiamo al benessere e alla ricchezza del popolo il bilancio è altamente deficitario".

Franco forte. Nonostante l'allarme lanciato dal settore industriale, dal turismo e dalla vendita al dettaglio, gli studi di ricerca parlano di economia svizzera che tiene e cresce. Tanto rumore per nulla?

"Era inevitabile che prima o poi il cambio fisso con l’euro sarebbe stato abbandonato dalla BNS, perché sul lungo termine “bruciare” franchi per comprare euro sarebbe diventato insostenibile. Le aziende svizzere sono sicuramente in difficoltà e gli studi di ricerca in questo momento sono prematuri. Le aziende svizzere dovrebbero diventare però un po’ meno eurocentriche ed aprirsi a nuovi mercati per combattere le difficoltà".

Il 9 febbraio 2014 gli svizzeri hanno messo in discussione la politica del Consiglio federale in materia di migrazione. Come se ne esce?

"In una maniera molto semplice: applicando quanto deciso dal popolo, senza cercare di aggirare la volontà chiaramente espressa. Se ciò significa rescindere gli accordi bilaterali, bisogna avere il coraggio di farlo e di rinegoziarne di nuovi. Il Consiglio federale e i suoi negoziatori dovrebbero finalmente cessare di “calar le braghe” e rendersi conto che anche la Svizzera ha le proprie carte da giocare: tanti Paesi dell’UE hanno interesse a mantenere relazioni con la Svizzera per cui ci può essere un futuro fatto di accordi vantaggiosi per entrambe le parti e non unilaterali come ora!"

I premi della cassa malati aumentano ancora. Fino a quando reggerà questo sistema?

"Il Consiglio federale deve fare attenzione, perché a tirare troppo la corda, questa si sta spezzando. È ovvio che una sanità di alto livello presuppone costi conseguenti, ma di fronte a questa situazione di continui aumenti dei premi si può e si deve adottare una politica sanitaria differente".

La Svizzera è risparmiata dal grande flusso di migranti in cerca di rifugio e prospettive di vita migliori. Ritiene necessario potenziare i controlli ai confini?

"Quanto sta succedendo negli ultimi mesi in Europa non deve far dormire sugli allori, perché la situazione ha dimostrato di poter mutare rapidamente. I controlli alle frontiere vanno pertanto aumentanti affinché chi non ha diritto all’asilo venga immediatamente allontanato, a tutto beneficio di chi realmente necessita di protezione".

La politica energetica è abbastanza o troppo coraggiosa?

"La politica energetica voluta dal Consiglio federale è frettolosa e prematura. Se da un lato condivido la necessità di sfruttare fonti energetiche alternative, occorre prima avere in chiaro come si vuole raggiungere questo obiettivo. Non è con tasse, divieti e spegnimenti immediati delle centrali nucleari che si risolve il problema, bensì con una maggiore responsabilizzazione di cittadini e imprese su quanto è possibile fare per evitare una crescita dei consumi".

Finanziamenti ai partiti poco trasparenti, rappresentanti del popolo al servizio delle lobby dei potenti dell'economia. Come rispondere a queste accuse?

"Il problema maggiore a mio avviso sono i politici al servizio delle varie lobby, e non si parla unicamente di lobby economiche, ma anche di quelle sindacali o di altre forme associative. In questo senso ci vuole maggiore trasparenze su compensi e conflitti d’interesse dei parlamentari, come chiedeva un’iniziativa parlamentare dell’UDC Lukas Reimann".

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