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LOCARNOLa città che verrà

08.04.16 - 14:00
Andrea Giudici, candidato PLR al Municipio di Locarno
Tipress
La città che verrà
Andrea Giudici, candidato PLR al Municipio di Locarno

LOCARNO - Il 2 giugno 1946 i cittadini di Lugano rifiutarono il credito per la realizzazione di un anfiteatro nel parco civico, dove si intendeva collocare la rassegna del film fondata nel 1944. Un comitato di coraggiosi locarnesi, sostenuti dal sindaco di allora G.B. Rusca, intuì l’opportunità di lanciare un Festival del film a Locarno, nel parco del Grand Hotel. Circostanza oggi quasi incredibile, il 22 agosto 1946, appena due mesi dopo la fine della rassegna luganese, si inaugurava il primo Festival del film di Locarno. Con enorme entusiasmo, pochi mezzi finanziari, nessuna esperienza: fu proiettato anche “Roma città aperta”, capolavoro di Rossellini. Nel 1971 la Piazza Grande si apre alle proiezioni. Il Festival è oggi un pilastro culturale e anche economico della città. 

La concretezza e lo spirito innovativo dell’immediato dopoguerra li possiamo e dobbiamo avere anche oggi. La litigiosità non aiuta. Quando partiti, Municipio, Consiglio comunale sono stati compatti opere rilevanti sono state realizzate: penso alla galleria Mappo Morettina, all’istituto Stefano Franscini del politecnico al Monte Verità, al centro balneare, al Palacinema, alla Sala da giochi. Divisi abbiamo invece perso molte occasioni: la facoltà di architettura, un vero centro culturale con sala multiuso, infine il museo del territorio.
Il nostro futuro sta nel turismo, nella cultura, nei servizi: insieme creano posti di lavoro. Il turismo vive una rivoluzione, nei modi, nei tempi di trasferta (Alptransit) e soggiorno, nelle aspettative degli ospiti. La città deve favorire, in sede pianificatoria, la nascita e l’adattamento delle strutture alberghiere adeguate anche per gli ospiti di breve periodo, ai giovani, agli amanti della cultura. Gli orari di apertura di ristoranti e negozi devono essere in sintonia con i nostri tempi. Il turismo congressuale sarà favorito dagli spazi del Fevi, ma occorrono strutture promosse da privati per accogliere i congressisti. Le premesse culturali sono già in parte presenti: Festival del film, concerti in Piazza Grande, spettacoli teatrali, mostre tra Casa Rusca, il Castello, la collezione Ghisla e il Rivellino.

Tra i servizi indispensabili figura il nostro Ospedale regionale La Carità, che serve una popolazione di 50'000 residenti, il doppio nei periodi di ferie. L’ospedale ha finora soddisfatto le esigenze dei pazienti, con eccellenti professionalità mediche e infermieristiche. Il suo futuro è tuttavia incerto, legato alla pianificazione cantonale e ai mandati di prestazione non ancora definitivi. La massima attenzione dovrà quindi essere data da parte del futuro Municipio alla dotazione dei reparti che compongono la reale offerta di prestazioni. Le alte specializzazioni saranno necessariamente concentrate, ma è indispensabile che sia garantita un’alta qualità al più grande numero dei pazienti che non rientrano in questa casistica eccezionale, cioè l’85% delle degenze negli ospedali regionali. Una città accogliente, insomma. Infine i lavori per il collegamento con l’autostrada devono iniziare nella prossima legislatura. È un mio auspicio, ma anche un impegno per le autorità politiche cantonali e comunali.

 

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