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LUGANONaturalizzazioni: Ticino controtendenza. Valorizziamo il ruolo delle commissioni di quartiere

09.02.16 - 11:17
Gianmaria Frapolli Deputato in Gran Consiglio e Candidato al Municipio di Lugano
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Naturalizzazioni: Ticino controtendenza. Valorizziamo il ruolo delle commissioni di quartiere
Gianmaria Frapolli Deputato in Gran Consiglio e Candidato al Municipio di Lugano

Di recente è apparso sul SonntagsBlick un articolo sul tema delle naturalizzazioni, relativo in particolare all’esplosione delle richieste presentate in Svizzera negli ultimi anni. Ritengo che a livello nazionale ci sia un concreto rischio di perdere il controllo di questo fenomeno se i commissari preposti al rilascio delle naturalizzazioni non applicano in modo rigido la legislazione vigente in materia. Esistono dei criteri ben definiti che consentono di ottenere la naturalizzazione, anche se in concreto tali condizioni potrebbero risultare assai aleatorie, penso ad esempio alle problematiche burocratiche e alle difficoltà nella raccolta delle informazioni. Attualmente vi è un’impennata di richieste, ragion per cui i commissari dovranno svolgere le loro mansioni e verificare i dossier con maggiore attenzione.
In Ticino, i naturalizzati nel 2013 erano 1286, nel 2014 il numero è salito a 1317 mentre nel 2015 si sono stabilizzati a 1031 unità. Nella mia qualità di membro della Commissione delle petizioni in Gran consiglio posso affermare che le persone preposte al rilascio delle naturalizzazioni, sia a livello comunale che cantonale, stanno svolgendo il proprio compito con competenza e serietà valutando i casi in modo approfondito per cercare di interpretare la reale intenzione del candidato di diventare cittadino svizzero. La valutazione delle singole richieste deve avvenire in modo accurato, dal momento che ci troviamo confrontanti ad una decisione importante. Questo non significa per forza inasprire le regole, ma dedicare il tempo necessario per valutare in modo approfondito ogni singolo caso. I valori della nostra società e la nostra identità devono essere compresi ed accettati dalle persone che vogliono ottenere il passaporto svizzero. Per questo motivo l’attaccamento al territorio è un fattore determinante affinché una richiesta venga accolta positivamente.
I processi di aggregazione a livello comunale rendono ulteriormente complesso e difficoltoso il compito dei commissari; ad esempio nelle grandi città le persone incaricate di valutare le richieste con fatica riescono a determinare la reale integrazione del candidato, uno dei principi fondamentali per essere naturalizzati. Per questo motivo formulo la seguente proposta: si potrebbe attribuire alle commissioni di quartiere, che per ragioni geografiche si trovano a diretto contatto con i richiedenti del loro comprensorio, il compito di fornire una prima valutazione. Al termine di questa analisi le commissioni di quartiere porterebbero all’attenzione del legislativo un preavviso favorevole o negativo, consentendo in tal modo a chi deve decidere di avere informazioni importanti, difficilmente ottenibili in altro modo. Tale procedura, che andrebbe discussa e studiata in modo approfondito, porterebbe a mio avviso un valore aggiunto non indifferente sulla qualità delle decisioni finali.

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