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CANTONELa cosa più imbarazzante per Christian Vitta: "Cantare, perché sono stonato"

14.04.15 - 20:00
Intervista a Christian Vitta, candidato al Consiglio di Stato per il PLR
La cosa più imbarazzante per Christian Vitta: "Cantare, perché sono stonato"
Intervista a Christian Vitta, candidato al Consiglio di Stato per il PLR

LUGANO - Siamo oramai agli sgoccioli. Dopo un'abbuffata di campagna elettorale durata quasi un anno siamo ormai alle battute finali. Oggi tocca a Christian Vitta, candidato al Consiglio di Stato per il PLR.

Qual è il problema più urgente da risolvere in Ticino?
“Sul piano degli effetti diretti e indiretti sulla società è urgente risolvere il problema dell’occupazione. Sul piano meno avvertibile direttamente, il problema delle finanze pubbliche, per avere le basi solide per gli interventi dello Stato, ma finalizzati alle necessità. In terzo luogo metto quello della mobilità privata e pubblica, e non solo fisica, ma anche quella dei dati, per mettere il Ticino al pari o davanti al resto della Svizzera. In generale poi la politica deve ritrovare un’indispensabile capacità progettuale”.

Quanto la preoccupa la presenza delle criminalità organizzata in Ticino e cosa fare per combatterla?
“La popolazione deve avere non solo la rassicurazione statistica della sicurezza ma anche la percezione della sicurezza, che non sempre è avvertita. Lo sviluppo del coordinamento fra tutte le forze di sicurezza esistenti – cantonali, comunali e anche private – porterebbe più agenti sul terreno e assicurerebbe quella polizia di prossimità, di deterrenza preventiva e di pronto intervento da tutti auspicata”.

In Ticino ritiene necessaria una riforma fiscale?
“Il Ticino è riconosciuto per avere una fiscalità per le persone fisiche molto sociale: si provi a vivere in qualche altro luogo, per esempio a Losanna, per verificarlo. Ciò provoca distorsioni in altre fasce di contribuenti fisici e giuridici, che devono ovviamente sostenere gli introiti mancanti. Il PLR ha presentato una proposta per una riforma fiscale a tappe per attenuare, se non risolvere, questi squilibri”.

Se fosse eletto in Consiglio di Stato quale dipartimento vorrebbe?
“La mia formazione, un dottorato in economia all’Università di Friborgo, e l’esperienza professionale maturata in particolare nella gestione delle finanze pubbliche mi portano in maniera naturale a rispondere il Dipartimento delle finanze e dell’economia. Dopo il 19 aprile se ne discuterà, anche politicamente, in Governo, e si troverà la miglior soluzione nell’attribuzione dei dipartimenti e questo con l’intento di garantire un buon funzionamento della politica cantonale”.

Lei è favorevole al sistema maggioritario?
“Siamo uno dei pochi Cantoni, se non l’unico, che ancora non lo ha per l’elezione del Governo. Dopo l’esperienza di questa legislatura, in cui ogni dipartimento è andato per suo conto – ma il dipartimentalismo del governo è da tempo criticato – bisogna cominciare perlomeno a pensarci. Ci sono però anche i rischi di un governo a maggioranza che funziona, ma che non è supportato da un Parlamento frazionato o contrario. Una prima misura che potrebbe essere presa è quella di garantire, nell’attuale sistema, dei premi di maggioranza”.

Lei è favorevole alla liberalizzazione dell’apertura dei negozi su modello italiano?
“Credo che un atteggiamento più liberale, controbilanciato dalla corretta regolamentazione dei rapporti di lavoro dei dipendenti che già esiste, farebbe bene al Cantone in generale e al suo turismo in particolare. Un primo passo nella giusta direzione è stato fatto con l’estensione degli orari di apertura dei negozi approvati recentemente dal Parlamento e che sarà sottoposta molto probabilmente a voto popolare”.

Qual è la cosa più imbarazzante/fastidiosa che è costretta a fare in campagna elettorale?
"Cantare, perché sono stonato. Fortunatamente queste situazioni si sono presentate raramente!"

Perché dovremmo votare lei?
"Perché da anni conosco la vita politica ticinese, sia in qualità di sindaco da 15 anni che di granconsigliere da 14 anni. Oltre all’esperienza politica posso portare anche quella professionale maturata nel settore privato in funzioni dirigenziali".

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