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CANTONEMeritocrazia o politocrazia abusiva?

30.03.15 - 16:19
di Roberto Martinotti, Candidato PS Gran Consiglio
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Meritocrazia o politocrazia abusiva?
di Roberto Martinotti, Candidato PS Gran Consiglio

Come ogni parola anche “meritocrazia” indica qualcosa di non neutrale.

La meritocrazia è ben lontana dall’essere uno strumento di emancipazione e di democrazia, la meritocrazia non fa che inchiodare i cittadini alle loro disparità e i lavoratori ai propri spontanei ritmi di sviluppo. La meritocrazia non abolisce le ineguaglianze ma le stabilisce. La meritocrazie è un termine abusato, perché in verità non viene premiato il merito, ma viene premiata la produttività.

Il popolo ticinese ha bocciato il 28 febbraio 2010, con il 54% di NO la legge stipendi cantonale, sottoposta in votazione a seguito del referendum lanciato dal sindacato della VPOD. Il referendum sostenuto dal Partito socialista, dall’OCST, CCS, da altre associazioni del personale e da altri partiti della sinistra ha fatto capire che il concetto di meritocrazia intrinseco nella nuova proposta di legge, non è attribuibile alla popolazione del nostro cantone.

Cittadini che hanno ben inteso il pericolo che si sarebbe corso introducendo questa modalità di assegnazione degli scatti salariali dovuti al lavoratore salariato. È stata una bella vittoria per tutti i dipendenti pubblici e para-pubblici. Una vittoria che ha avuto un'eco positiva anche per il lavoro sindacale negli altri Cantoni. In più grazie al voto del popolo del Canton Ticino si è evitato pertanto di fare gli errori commessi negli ultimi anni in altri Cantoni e in tanti settori privati.

La legge bocciata adattava al sistema salariale pubblico la meritocrazia e i bonus salariali in voga nel settore privato a partire dagli anni '80, i quali hanno causato e causano molti danni e situazioni di malessere sui posti di lavoro. La legge non considerava minimamente i grossi problemi registrati dalla meritocrazia negli altri cantoni: aumenti salariali che finiscono soprattutto nelle tasche degli alti dirigenti, forti disparità di trattamento nella distribuzione degli aumenti tra i vari Dipartimenti, penalizzazione delle donne, accentuazione dei favoritismi e del clientelismo.

Ma ciò che mi spaventa non è tanto quanto si è riusciti a bloccare con la votazione da me citata, ma per ciò che si apprende ultimamente relativo al discorso dell’aberrazione del concetto di meritocrazia. I media elettronici e cartacei ci riportano alla ribalta il tema. Un’interrogazione inoltrata al Municipio di Lugano da Consiglieri Comunali della destra populista chiedono per i Dipendenti pubblici della Città di Lugano: a quando la meritocrazia.

E no Signori non avete proprio capito nulla della democrazia, del rispetto del lavoratore, dell’idea di dare stimolo al lavoratore nel proprio operare attraverso la sua forza lavoro. Ma cosa pensate di ottenere se non una caduta di stile e soprattutto un aumento del partitismo. La meritocrazia abbisogna di strumenti oggettivi, privi di condizionamenti ideologici e partitici.

Si dovrebbe chiedere piuttosto, a chi vorrebbe nuovamente introdurre la meritocrazia, di concentrarsi su strumenti di motivazione del lavoro moderni ed efficaci come ad esempio i colloqui regolari con il personale, con l’assegnazione di corsi di aggiornamento continui. Strumenti questi che possono stimolare e rinnovare l’interesse del cittadino salariato. In quanto il suo disinteresse al lavoro è anche causato dal continuo logorio da parte del padronato, atto a minare la tranquillità e la pace sui posti di lavoro.

Se lasciassimo introdurre il concetto della meritocrazia senza un’opposizione forte e motivata, mi immagino dove si andrebbe a finire. Si troverebbero al vertice delle carriere lavoratori schierati, succubi delle pressioni di chi è tenuto a giudicare,… e in ultima fila?

I veri lavoratori che, con il proprio impegno e non assoggettati a nessun schieramento, solo con la propria forza e dignità vedono nel lavoro il vero mezzo per progredire nella ricerca del proprio benessere.

Migliori ma sempre ultimi!

 

di Roberto Martinotti, Candidato PS Gran Consiglio, Presidente VPOD Regione Ticino

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