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CANTONEMisure contro il terrorismo

27.03.15 - 08:05
Michael R. Härdi, Lugano, candidato al Gran Consiglio, La Destra
Misure contro il terrorismo
Michael R. Härdi, Lugano, candidato al Gran Consiglio, La Destra

Mi riferisco alla recente conferenza sul tema ‘Svizzera e terrorismo’, organizzata all’USI. Uno dei due esperti intervenuti durante la conferenza, lo statunitense Edward Luttwak ha detto, ‘o si previene o si pulisce il sangue’, una frase che potrebbe sembrare troppo crudele ma secondo me centra proprio la situazione nella quale ci troviamo oggi.

Purtroppo oggi viviamo in un mondo dove la religione e i soldi dettano le leggi e con sempre meno riguardo per l’essere umano.

L’ISIS è un organizzazione terroristica che negli ultimi anni si è creata una rete pericolosa di esponenti e simpatizzanti in tutto il mondo che oggi è in grado di agire in qualsiasi momento e in qualsiasi parte del pianeta.

Purtroppo un fenomeno in continuo aumento il fatto che alcuni giovani europei, americani per un loro assurdo motivo o l’altro simpatizzano per l’ISIS e si recano in un dei noti centri di addestramento.

Da tempo si conoscono i maggiori centri di addestramento dell’ISIS, ovvero nello Yemen, nell’Irak e in Syria.

Dopo tutto gli attentati vissuti recentemente e negli ultimi anni sul nostro continente, negli USA e altrove al mondo e avendo ormai la consapevolezza di questa ben organizzata rete mondiale di terroristi, bisogna reagire ma con delle misure ben più efficaci e durevoli nel tempo.

Mi permetto di citare ancora una volta l’esperto Luttwak che paragona l’ISIS ad un cancro per l’umanità che condivido a pieni voti e aggiungo che non si può illudersi di poter curare il cancro con una semplice aspirina.

In questo senso, ci vogliono altre misure più longevi e più estremi per combattere con efficacia una malattia mortale chiamata ISIS.

A questo proposito mi permetto di proporre un provvedimento a livello globale che secondo me potrebbe ridurre gli attacchi terroristici di molto e con longevità: chiunque, svizzero, europeo o qualsiasi cittadino di questa terra e con qualsiasi motivo intende recarsi in una delle mete citati sopra, andrebbe ritirato il passaporto al più tardi all’aeroporto, registrato su una black list internazionale e la persona andrebbe informato che può partire ma non potrà mai più uscire dal paese nel quale intende recarsi.

E a chi dice che non si può realizzare perché troppo radicale, troppo estrema, troppo discriminante e troppo difficile da mettere d’accordo tutti i paesi su questa misura chiedo, quanto sangue di persone innocenti deve ancora correre prima di svegliarci e prendere delle misure adeguate e in grado di combattere questo terrore e quanto vogliamo ancora permettere a questi terroristi di controllare
e terrorizzare la nostra vita?

La Svizzera insieme al Principato di Monaco e gli Emirati Arabi sono probabilmente i paesi relativamente più sicuri al mondo, ogni uno per dei motivi ben precisi, ma veramente sicuro non può sentirsi nessuno oggi giorno e questo è una triste realtà.

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