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CANTONELurati, il presidente operaio: "Altro che 15mila franchi al mese..."

05.03.15 - 19:52
Intervista al presidente del Partito Socialista Saverio Lurati: "So cosa vuol dire fare fatica ad arrivare a fine mese"
Lurati, il presidente operaio: "Altro che 15mila franchi al mese..."
Intervista al presidente del Partito Socialista Saverio Lurati: "So cosa vuol dire fare fatica ad arrivare a fine mese"

LUGANO - Quando gli diciamo che la sua storia assomiglia, seppur lontanamente, a quella di Maurizio Landini, accenna a un sorriso. Come il segretario generale della Fiom-Cgil, Saverio Lurati ha iniziato presto a lavorare: "avevo 15 anni", ci racconta - "ho fatto l'apprendista elettrauto e so cosa vuol dire fare fatica ad arrivare a fine mese". Guai a parlare di "Gauche caviar", "radical chic", sinistra che si attiva soltanto per chiedere più luoghi di culto per i musulmani o per manifestare per la libertà di vestirsi come pare. Il presidente del partito socialista ci racconta che quando aveva 30 anni, con due bambini piccoli, non era semplice sbarcare il lunario. "Si facevano i salti mortali per far quadrare i conti", ci ha detto al telefono. Lurati sa che i veri problemi dei ticinesi sono il lavoro, le tutele, un salario dignitoso. Ed è per questo che a 39 anni ha abbandonato l'officina ed ha abbracciato la causa dei lavoratori: "Sono entrato nel sindacato "Sei" a 39 anni. Andavo sui cantieri e per me questa esperienza ha rappresentato un nuovo inizio. Ho ricominciato tutto da capo, assumendomi con il trascorrere del tempo delle responsabilità". Lurati ha fatto la gavetta conquistandosi con il trascorrere del tempo incarichi di responsabilità che lo hanno portato ai vertici della gerarchia sindacale, diventando segretario regionale dell'Unia. Dal 2007 al giugno del 2014 è stato presidente dell'Unione Sindacale Svizzera (USS) Ticino e Moesa. La prima domanda che gli porgiamo si riferisce ad una dichiarazione del presidente della Lega dei Ticinesi, Attilio Bignasca, che in un'intervista pubblicata su Ticinonline recentemente, ha sostenuto che vi sono sindacalisti che guadagnano 15mila franchi al mese. 

 
Lurati, lei che è stato presidente dell'USS, è vero che ci sono sindacalisti che guadagnano 15mila franchi al mese?
"Io non lo so a chi si riferisse Bignasca e sinceramente non mi interessa. Da sindacalista non ho mai guadagnato 15mila franchi al mese. E neppure 10mila franchi. Il mio salario era paragonbile a quello di un artigiano, suddiviso per 65 ore alla settimana. Chi vuole sapere quanto guadagno può vedere la mia dichiarazione delle imposte. E' pubblica, non ho nulla da nascondere". 
 
Il Partito Socialista come sta?
"Il Partito Socialista sta bene. Sta bene perché lavora tanto, si impegna sul territorio, è promotore di manifestazioni, di referendum ed iniziative".
 
C'è chi ha la sensazione che il Partito Socialista abbia mostrato nel corso degli ultimi anni una mancanza di risolutezza nelle questioni inerenti il lavoro e la tutela dei lavoratori...
"Niente di più falso. Questa è una sensazione sbagliata perché le persone hanno una memoria corta e selettiva. Vorrei ricordare che in parlamento noi abbiamo presentato un pacchetto sul mondo del lavoro a sostegno dei lavoratori e dei disoccupati". 
 
Non c'è il pericolo che il Partito Socialista, analogamente al PPD, resti escluso dalla lotta PLR-Lega per il secondo seggio?
"Per i socialisti che ci siano al governo due liberali o due leghisti cambia poco o niente. Al PS interessa il numero di gran consiglieri in Parlamento. Il Mattino sta continuando a fare disinformazione, raccontando balle a destra e a manca. Sta prendendo in giro gli elettori. Tra PLR e Lega c'è una sola alternativa: siamo noi. Noi non abbiamo paura di essere schiacciati. Il PS lavora intensamente per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti".
 
Il rapporto alla sinistra del PS come va?
"E' buono. Quando c'è da battersi per obiettivi comuni l'intesa c'è. La rinascita di Gioventù socialista è un toccasana per il PS. Le pungolature da sinistra e i giovani che portano le loro idee sono effettivamente stimoli positivi".
 
A sinistra il comunista Massimiliano Ay ha dichiarato che intese con chi governa con i borghesi non ne vuole fare...
"Da parte del Partito Comunista ci vorrebbe più coerenza. Da quale pulpito arriva la critica? Arriva dai post stalinisti che si alleano con i nemici trotzkysti".
 
Come fare a governare con i borghesi?
"Per poter governare i socialisti ritengono necessario lavorare sulle politiche del lavoro e sulle tutele nei confronti dei più deboli. Il problema oggi è che il parlamento è frammentato e troppe forze politiche scimmiottano il populismo esasperato della Lega. Per un'azione politica che possa incidere sul futuro del Ticino ci vorrebbe una nuova classe politica che, assieme ai socialisti, voglia costruire un nuovo asse di sviluppo per un cantone che chiede fondamentalmente lavoro e paghe dignitose".
 
Impresa molto difficile, se pensiamo alla situazione economico-sociale ticinese, che si rispecchia a livello politico...
"Dobbiamo capire che non c'è tempo da perdere. Abbiamo bisogno di un progetto a lungo termine che riesca a cambiare veramente il Ticino. In questo momento la popolazione ticinese è sulla difensiva. Ha paura. E questo non va bene".
 
Fino a quando resterà presidente?
"Il mio mandato scade nel 2016. D'altronde l'avevo detto che sarei stato un presidente di transizione. Dopo le elezioni bisognerà mettersi alla ricerca di qualcuno che vorrebbe assumere questo ruolo".
 
Ha indicazioni da dare?
"No, non ne faccio. Mi auguro solo che la base del PS sia consapevole che il suo presidente attuale quando parla alla gente ci mette tutto il suo cuore, anche se non eccelle certamente in tutto". 

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