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CANTONEI disoccupati vogliono la politica dei fatti, non dello scontro

27.02.15 - 19:30
Oreste Pejman, Candidato Granconsigliere PPD al Parlamento del Canton Ticino
I disoccupati vogliono la politica dei fatti, non dello scontro
Oreste Pejman, Candidato Granconsigliere PPD al Parlamento del Canton Ticino

In Ticino si stima che negli ultimi 10 anni siano stati creati 25000 nuovi impieghi. Nello stesso tempo c’è stato un aumento quasi identico dei lavoratori frontalieri. I frontalieri sono una risorsa positiva per l’economia, fino a quando non vanno a sostituire la manodopera residente. Bisogna impedire questo effetto di sostituzione e in più è necessario formare maggiormente i nostri giovani in funzione dei bisogni del mercato.

L’effetto di sostituzione è causato da alcuni imprenditori senza scrupoli che fanno i propri interessi a danno della società in cui vivono. Non è però responsabilità degli imprenditori salvaguardare il bene comune, anche se è auspicabile e sono comunque molti quelli che si impegnano per una società migliore. Chi è veramente chiamata a difendere gli interessi della società è la politica. È lei che deve intervenire con misure che indirizzino gli imprenditori a ricercare il bene comune, nel caso in cui questi rechino danno a l’interesse della società. Una politica che guarda tutto ciò senza intervenire efficacemente diventa complice passiva.

È necessario quindi che la politica si unisca, e trovi misure efficaci contro quegli imprenditori senza scrupoli che stanno distruggendo il nostro Cantone. Il popolo il 9 febbraio ci ha annunciato alcuni strumenti con il quale intende tutelarsi e, dato che non era un sondaggio ma una decisione, si auspica che questa decisione venga applicata al più presto. Oltre a questa misura ci sono tanti altri strumenti complementari adatti, come ad esempio la preferenza al residente nelle assunzioni, i contratti collettivi di lavoro, i salari minimi nei settori più colpiti e magari contratti con le imprese che si insediano in Ticino chiedendo, in base al settore e alle possibilità, l’assunzione di una percentuale minima di residenti. Le soluzioni quindi ci sono, quella che manca forse è la volontà politica. Certo in teoria sembra tutto facile, ma in pratica non è semplice trovare una maggioranza in Parlamento attorno a una soluzione concreta. Purtroppo però in politica si cerca sempre di più lo scontro al posto di cooperare e trovare soluzioni, con la convinzione che litigare aumenti il consenso popolare.

Con questi scontri improduttivi si sta perdendo di vista il vero obiettivo: realizzare il bene comune. Molto quindi dipende dalla politica, che auspico cambi verso, che passi dalla politica dello scontro e delle urla a una politica dell’incontro sulle proposte concrete, costruttiva e che si adoperi di più per trovare soluzioni condivise: in mezzo ci sono tanti concittadini disoccupati che non possono più tollerare le sterili scaramucce tra partiti.

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