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ATTUALITÀ SETTIMANALEConseguenze delle politiche monetarie post-Brexit

08.08.16 - 13:58
E. Di Giamberardino, Macro&Fixed Income Analysis BSI
Conseguenze delle politiche monetarie post-Brexit
E. Di Giamberardino, Macro&Fixed Income Analysis BSI

LUGANO - La Banca Nazionale Svizzera ha annunciato questa settimana che le riserve di valuta straniera da essa detenute hanno raggiunto a giugno il livello record di $623 miliardi. Inoltre, differentemente dalle altre banche centrali, la BNS ha dichiarato di detenere circa $61.8 miliardi di azioni americane, in aumento rispetto ai $54.5 miliardi di fine marzo. Le operazioni di politica monetaria sono state indispensabili alla stabilizzazione del Franco svizzero nello scenario prospettatosi a seguito del referendum sulla Brexit.

Sempre nella settimana trascorsa, la Bank of England ha annunciato il nuovo pacchetto di provvedimenti per fronteggiare l’uscita del Regno Unito dall’UE. Il programma comprende una riduzione del tasso di riferimento pari a 25 punti base e un incremento del programma di acquisto di obbligazioni governative e societarie finanziato attraverso un incremento della base monetaria. Dall’altra parte del mondo invece, la Bank of Japan ha optato per un incremento del piano di acquisti di ETF (passato da 3.3 a 6 mila miliardi di Yen) e ha lasciato invariato il piano di acquisti di bond per 80 mila miliardi di Yen.

Pur essendo politiche monetarie portate avanti da tre nazioni differenti, la direzione suggerita ai mercati globale risulta abbastanza simile. I yield obbligazionari rimarranno negativi o vicini allo zero, e l’incertezza sulle prospettive di crescita globale non fanno che rafforzare questa tendenza. Il mercato infatti quota la probabilità più alta di un rialzo dei tassi USA nel settembre 2017. In un contesto difensivo di questo tipo, titoli come Nestlé, Roche e Novartis (cosiddetti azionari long duration) potrebbero ulteriormente registrare rialzi. L’indice Svizzero ha sovraperformato l’azionario globale nella settimana appena trascorsa.

Inoltre, il KOF Economic Barometer, un leading indicator per l’economia Svizzera, pur registrando un valore pari a 102.75 punti - superiore alla media degli ultimi sei mesi – ha sottolineato delle debolezze dal lato delle industrie manifatturiere, che potrebbero essere ulteriormente penalizzate da un Franco forte.

Sul fronte bancario, un report dell’agenzia di rating Fitch pubblicato la scorsa settimana sottolinea che particolare attenzione deve essere riservata all’aumento dei costi delle private bank dovuto agli obblighi di scambio di informazioni. Il rischio più grande è ancora quello operativo. Con riferimento invece alla politica monetaria, il settore pare aver preso le misure adeguate per performare adeguatamente in un contesto di tassi di interessi bassi. L’outlook suggerito rimane positivo.

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