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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario svizzero: l'impatto della FED e del Brexit sul Chf

14.06.16 - 17:36
BSI Equity & Fund Analysis
Mercato azionario svizzero: l'impatto della FED e del Brexit sul Chf
BSI Equity & Fund Analysis

Se le borse hanno generalmente reagito proporzionalmente alla recente frenata del USD, conseguenza di un unico dato anomalo sull’impiego negli US alla fine della precedente settimana, da solo sufficiente a frenare le speculazioni sulle prossime mosse della Fed, la borsa svizzera ha più di altre accusato il colpo, con i finanziari e i farmaceutici a nuovamente dover rivedere le proprie previsioni per il 2016 alla luce del nuovo rafforzamento del CHF.

Si è quindi interrotta la spinta positiva che aveva accompagnato l’SMI durante tutto il mese di maggio e dopo il picco a 8300 punti è iniziata una fase di contrazione che se da una parte conferisce una rassicurante regolarità al movimento ciclico che abbiamo osservato durante la prima parte dell’anno, dall’altra suggerisce un mese di giugno irto di incognite, legate alla variabile Brexit, che terrà progressivamente banco fino all’esito finale del voto.

A scadenze regolari si verificano questi allineamenti di eventi geopolitici e dati macroeconomici, le principali forze esogene che determinano le direzionalità dei mercati azionari, che se sfavorevoli spesso innescano una dinamica di ricerca di beni rifugio su scala internazionale. Gli sforzi della BNS per mantenere il CHF competitivo ed evitare che il ruolo di moneta rifugio diventi preponderante e penalizzante per il tessuto economico elvetico, saranno sotto pressione fino al momento del voto, esercitando una influenza diretta con la fluttuazione del GBP e indiretta generando incertezza sulla tempistica della Fed per il rialzo estivo dei tassi.

Come prevedibile secondo questa logica, l’SMI è sceso sotto gli 8000 punti e la volatilità ha avuto una nuova spinta al rialzo, portandosi allo stesso livello del picco d’inizio maggio. Proprio la volatilità sembra anch’essa seguire una ciclicità caratterizzata da una certa regolarità, con 3 picchi di massimo assoluto disegnati a distanza di circa 6 mesi l’uno dall’altro e con una lunghezza di ciclo decrescente. L’impennata della volatilità attualmente in atto, con alle porte una quindicina dove le variabili legate al Brexit e alla Fed inibiscono ogni mossa rischiosa sui mercati, potrebbe quindi proseguire la propria corsa al rialzo, completando la correzione dell’indice con alcune sessioni in debolezza.

Se l’impatto valutario è il primo a ripercuotersi, in questo caso negativamente, sulla borsa elvetica, vi è anche una possibile conseguenza positiva che potrebbe manifestarsi a più lunga scadenza. L’inaspettata nuova debolezza del USD sta rafforzando la domanda mondiale di petrolio, ridando ossigeno ai paesi esportatori. Proprio questi paesi, per il tramite dei rispettivi fondi sovrani, avevano per necessità scaricato parte dei loro investimenti nella borsa svizzera durante la prima parte dell’anno, una tendenza che potrebbe ora invertirsi vista l’attrattività ritrovata del CHF.

Se questa chiave di lettura si rivelerà corretta, la borsa svizzera potrebbe beneficiarne già durante l’estate, quando l’attuale ramo discendente del ciclo borsistico avrà ultimato la sua parabola, con solidi argomenti di ripresa per la seconda parte dell’anno.

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