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ATTUALITÀ SETTIMANALEOPEC – The fight club, take 2

26.04.16 - 10:07
Alessandro Guazzotti, BSI IT Investment Advisory
OPEC – The fight club, take 2
Alessandro Guazzotti, BSI IT Investment Advisory

La mancata intesa a Doha ha pesato sul sentiment nei confronti del greggio, confondendo gli investitori più ottimisti al riguardo.

Questi ultimi hanno però trovato un certo conforto nell'arresto della produzione in Kuwait.

Siamo ancora lontani dal raggiungere un equilibrio tra domanda e offerta: le valutazioni attuali scontano ancora significativi rischi al ribasso.

Il vertice nella capitale del Qatar è durato oltre dieci ore più di quanto originariamente previsto, ma questo non è bastato a raggiungere un accordo. I negoziati si sono arenati sul coinvolgimento di altri paesi produttori come l'Iran, il quale non era presente all'incontro.

Difficile prevedere in che misura il nulla di fatto provocherà un crollo dei prezzi petroliferi sul lungo termine, ma occorre tenere presente che l'agenda dell'evento era puramente politica, non tecnica. Gli alti rappresentati dell'OPEC avevano continuato a credere che l'Arabia Saudita avrebbe appoggiato un eventuale accordo anche senza la partecipazione di Teheran, ma qualcosa ha fatto sì che Riad si irrigidisse sulle proprie posizioni e insistesse affinché tutti i membri dell'OPEC, compreso l'Iran, sottoscrivessero l'intesa:

Come riporta il Financial Times, “la mancata intesa al vertice di Doha ricorda che l'Arabia Saudita non è disposta a fare alcuna concessione all'Iran in questo momento e che il conflitto geopolitico strisciante tra i due paesi non può non essere considerato un elemento dell'attuale politica saudita relativamente alla produzione di greggio”.

In sostanza, Riad non ha alcun incentivo a spingere al rialzo le quotazioni petrolifere. Tutti i paesi presenti al vertice continuano a concentrarsi sulle quote di mercato. In tale contesto, l'Iran continuerà a rivestire il ruolo di ago della bilancia nonché arcinemico dei sauditi. Considerando che la repubblica teocratica non si è neanche degnata di inviare un proprio rappresentante a Doha, sarebbe azzardato aspettarsi una maggiore propensione a collaborare da entrambe le parti. La produzione iraniana attuale, pari a 1,6 milioni di barili al giorno, resta tuttora inferiore al picco di 2,2 milioni di barili degli anni precedenti alle sanzioni. Si può ragionevolmente prevedere che l'Iran sarà restio a siglare un qualsiasi accordo finché non avrà raggiunto un determinato livello obiettivo.

Alcuni dei partecipanti al vertice di Doha, come ad esempio l'Iraq, hanno lasciato trasparire la propria frustrazione. Ma l'evento sarà ricordato soprattutto come un'opportunità persa per i produttori Opec e non, di riaffermare la propria autorità e costruire un clima di fiducia.

Vale la pensa sottolineare che un'eventuale decisione sarebbe stata mirata a “congelare” la produzione: visto che Arabia Saudita e Russia continuano a pompare petrolio pressoché a pieno regime, una qualsiasi intesa non avrebbe fatto una grande differenza.

A mitigare le reazioni successive all'incontro è stato lo sciopero dei lavoratori dell'industria petrolifera in Kuwait (già rientrato al momento in cui si scrive), il quale avrebbe potuto togliere dal mercato fino a 1,1 milioni di barili al giorno e che lunedì ha fatto da volano al forte rimbalzo del WTI.

L'OPEC stenterà a imprimere una svolta fintanto che Riad non abbandonerà la propria politica di eliminare dal mercato i produttori di petrolio di scisto americani: i sauditi sono consci del fatto che la loro sopravvivenza dipende da uno scenario di produzione più stabile.

Molti si aspettano che la produzione di petrolio di scisto negli Stati Uniti cali nel corso del 2016, ma se ciò non dovesse bastare, il prezzo del greggio scenderà ulteriormente fino a trovare un punto di equilibrio. In sostanza, ciò significa che i prezzi rimarranno bassi a lungo, portando al fallimento i produttori inefficienti con costi elevati e sostenendo al contempo la domanda.

Il fight club è ancora aperto, e lo scontro è tutt'altro che concluso...

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