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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario Euroland e Svizzera: movimenti violenti

31.08.15 - 15:21
Il consueto appuntamento con l'attualità settimanale di BSI
Mercato azionario Euroland e Svizzera: movimenti violenti
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Gli indici europei sono apparsi particolarmente altalenanti questa settimana. L’inizio degli scambi è stato alquanto catastrofico, con gli indici di riferimento a subire nuovamente forti pressioni al ribasso a seguito dei contraccolpi della svalutazione cinese. In seguito, le quotazioni hanno cercato un recupero, aiutate anche dalla pubblicazione di alcuni dati macro favorevoli, tra cui l’IFO tedesco e la crescita della massa monetaria M3 europea, così come dati simili provenienti dagli USA, tra cui gli ordinativi di beni durevoli, PIL e PMI. Qualche supporto temporaneo è venuto pure dagli interventi operati dalla Banca Centrale Cinese, la quale ha tagliato i tassi e ridotto la soglia riguardante le riserve imposte alle banche commerciali.

Anche i commenti di alcuni membri della BCE e della Fed sono stati ben recepiti dagli investitori; a livello europeo è stato ribadito che la BCE è pronta ad intervenire con tutti gli strumenti disponibili per raggiungere gli obiettivi a livello di stabilità dei prezzi, mentre le notizie provenienti dagli USA hanno ridotto ulteriormente le probabilità di una modifica di politica monetaria già a settembre.

Il mese di agosto si è pertanto confermato un mese difficile, ma i movimenti di lunedì sono apparsi eccessivi secondo diversi indicatori e coerenti con una situazione d’ipervenduto, ciò che ha poi dato seguito ad un tentativo di consolidamento, movimento che secondo diversi osservatori potrebbe durare ancora settimane. Con l’accelerazione verso il basso di questo mese, gli indici europei hanno raggiunto lunedì una contrazione del 20% dai picchi di aprile, ma tenuto anche conto del rimbalzo di questi ultimi giorni, la performance da inizio anno si è mantenuta in territorio positivo, anche se in modo marginale. Il superamento della soglia del 20% di calo dai picchi, è definito tecnicamente quale bear market, ma in uno scenario non recessivo è di difficile comprensione, ciò che giustifica anche fondamentalmente il rimbalzo più recente (l’indice EuroStoxx50 ha chiuso la settimana con un rimbalzo del +1.2%).

A livello settoriale va segnalato un tentativo di risveglio da parte del comparto energetico, complice il ritorno del WTI sopra la soglia psicologica di 40$ al barile, l’acquisizione annunciata negli USA (offerta di Schlumberger per Cameron), qualche dato macro, che ha ribadito che la ripresa nei pasi sviluppati è intatta, e le cifre sulle scorte americane pubblicate in rapida successione da EIA ed API, apparse in calo ed inferiori alle attese.

Anche la borsa svizzera non è apparsa immune alle volatilità provenienti dai mercati internazionali, registrando la peggiore prestazione mensile da gennaio di quest’anno, quando la BNS aveva annunciato di non volere più intervenire massicciamente sul mercato forex. A livello macro vi è stata peraltro una sopresa positiva, con la pubblicazione della cifra sul PIL del secondo trimestre superiore alle aspettative, evitando di fatto la recessione e confermando che l’impatto del rafforzamento della propria valuta ha avuto, almeno per il momento, un impatto negativo inferiore a quanto temuto inizialmente. A livello societario ha suscito invece scalpore la notizia secondo cui l’americana Monsanto ha rinunciato a perseguire l’acquisizione di Syngenta, ciò che ha provocato un forte calo nelle quotazioni di quest’ultima.

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