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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario svizzero: verso una nuova ripartenza

06.07.15 - 17:36
Il consueto appuntamento con l'attualità settimanale di BSI
Mercato azionario svizzero: verso una nuova ripartenza
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Nel mezzo della bufera greca, l’SMI ha trovato nuovamente una base di appoggio a 8800, un numero che farebbe pensare alle vette Himalaiane e che per analogia aveva rappresentato anche la sommità della borsa svizzera durante la scorsa estate, l’ultima fase di stabilità dell’SMI che aveva prodotto una lateralità quasi geometrica durante tutto il mese di settembre, coincisa anche con un limite inferiore di volatilità che da allora non si è più verificato.

In seguito, lo stesso livello di 8800 ha invertito la sua funzione tecnica da resistenza a supporto in tre distinte occasioni, fatta unicamente eccezione per l’estemporanea parentesi della correzione del gennaio 2015. Ora siamo nuovamente in una situazione di spartiacque, con l’SMI che sembra aver trovato sostegno attorno agli 8800 punti, e con la volatilità che ha superato di slancio il livello record dello scorso ottobre.

L’indice svizzero ha quindi iniziato l’estate 2015 da dove aveva concluso l’estate 2014, e il bilancio dei 12 mesi appena trascorsi è caratterizzato da varie correzioni alternate da altrettanto rapide riprese. A breve termine, il dilemma è dunque individuare gli elementi rilevanti per dare sostanza ad una nuova ripartenza e riportare la quiete dopo una serie di tempeste, l’ultima delle quali, quella greca, è ancora lungi dall’essersi placata.

Il primo importante banco di prova sulla tenuta dell’SMI a livello 8800 è stata la momentanea schiarita il 1° luglio, quindi fuori tempo massimo, nei negoziati tra Grecia e UE, riavvicinatesi sulle condizioni di negoziato rifiutate il giorno prima, che non ha sortito un effetto pratico se non un ulteriore prolungarsi della tempistica della decisione finale, ma che è bastata ai mercati per inscenare un solido rimbalzo nonostante il mancato pagamento al Fondo Monetario.

Il meccanismo di trasmissione tra la crisi greca e la borsa svizzera è l’equilibrio valutario tra CHF ed EUR, esposto alle conseguenze del referendum in Grecia, alle possibili modifiche politiche e in ultima analisi alla metamorfosi dell’accordo finale. Negli scorsi giorni si è formato un consensus tra gli strategisti che prevede un indebolimento dell’EUR indipendentemente dall’esito del referendum, essendo la scelta tra una crisi politica o una crisi finanziaria. Il conseguente e momentaneo presumibile apprezzamento del CHF metterà sotto pressione la borsa elvetica nel breve periodo.

La BNS ha iniziato da tempo a prendere delle contromisure con l’usuale compravendita di divise, che tuttavia è una strategia eccessivamente onerosa e non praticabile sul lungo periodo, pertanto ha recentemente intrapreso un’inedita attività di retorica, allineandosi con le maggiori banche centrali, con l’intento di maggiormente tutelare la stabilità del cambio durante questa fase di mercato dove l’azionario deve trovare un nuovo assetto di stabilità per iniziare una nuova ripartenza.

Anche a livello societario questa settimana è avvenuta una nuova importante ripartenza: si è infatti aperto il ciclo della gestione di Tidjane Thiam al timone del Credit Suisse. L’era di Brady Dougan si è conclusa con una performance negativa che aveva portato il titolo a perdere oltre i 2/3 del proprio valore. Dalla nuova gestione il mercato si attende una revisione su larga scala della strategia aziendale e del posizionamento del private banking: nel discorso inaugurale, il nuovo CEO ha promesso di presentare la sua visione entro la fine dell’anno.

L’attuale fase di mercato sarà contraddistinta ancora per qualche tempo dalle vicende legate alla Grecia, tuttavia i fondamentali della borsa svizzera appaiono ben allineati per una performance relativa interessante del mercato azionario dei prossimi mesi. Questa opinione è confermata dal più grande gestore mondiale di fondi, Black Rock, che detiene partecipazioni superiori al 3% in 15 dei 20 titoli dell’SMI.

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