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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario Svizzera: In sintonia con la profezia

11.05.15 - 14:51
Il consueto appuntamento con l'attualità settimanale di BSI
Mercato azionario Svizzera: In sintonia con la profezia
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Un vecchio adagio molto popolare tra gli investitori consiglia di vendere a primavera le posizioni azionarie per poi ricomprarle in autunno. Anche se la rima vale solo nella versione originale in inglese, gli studi per convalidare empiricamente questa tesi folcloristica si sono moltiplicati per tutti i mercati, e puntualmente rispuntano non appena s’intravvede una correzione stagionale.

La borsa svizzera, dati alla mano, su un’osservazione nell’arco di 25 anni mostra in effetti un andamento mediamente debole nei mesi estivi, che contrasta con una tendenza spiccatamente positiva nel resto dell’anno. Tuttavia, trattandosi di una media storica, questa estrapolazione è stata più volte smentita e non fornisce una base attendibile con la quale anticipare l’evoluzione dei prossimi 4-5 mesi. Inoltre, la flessione media del mercato è tale da coprire a malapena i costi di transazione, quindi non sarebbe a priori opportuno speculare entro queste coordinate. Da ultimo, la statistica è ambigua sul punto di rientro, in quanto il rendimento mediano di gran lunga più debole risulta essere quello di settembre, seguito a ottobre dal terzo migliore dell’anno, quindi per cogliere un beneficio dalla “strategia perfetta” occorrerebbe rientrare con un timing millimetrico, e in quanto tale irrealistico.

Malgrado il fenomeno della correzione stagionale sia comune ai maggiori mercati azionari, la borsa svizzera presenta alcune sfumature caratteristiche che potrebbero accentuarne il fenomeno. Tipicamente infatti le società elvetiche hanno adottato un anno contabile che corrisponde all’anno solare e quindi tengono le rispettive assemblee degli azionisti prima dell’estate, presentando i consuntivi annuali e ritoccando le guidances. Se per le maggiori multinazionali, attive all’estero anche nei mercati dei capitali, è ormai prassi corrente aggiornare previsioni e bilanci ogni trimestre, la maggioranza delle società dello SLI e dello SMIM rimane ancorata alla tradizionale presentazione primaverile come riferimento per il resto dell’anno.

Da ultimo, questo è anche il periodo dei dividendi, che di regola vengono versati in una sola quota annuale: proprio questo aspetto è molto rilevante nella corrente fase di mercato, con i tassi d’interesse che si sono assottigliati ai minimi termini togliendo molto vento dalle vele dell’obbligazionario, inducendo molti investitori a prendere in considerazione l’azionario come surrogato del reddito fisso. In questo senso il mercato svizzero offre buone opportunità con titoli primari come Nestlé, Roche o Novartis considerati come conservativi e a basso rischio, oppure come i principali assicurativi come Zurich, Swiss Life o Swiss Re che offrono dividendi elevati, sostenibili e con crescita regolare. Proprio il settore assicurativo, successivamente al versamento del dividendo, è stato vistosamente venduto lasciando l’impressione che molti investitori fossero interessati principalmente al reddito.

Il dividendo è anche un fattore spartiacque tra gli investitori che seguono prevalentemente l’SMI, che è un cosiddetto price index, ossia un aggregato delle capitalizzazioni borsistiche dei partecipanti e che quindi non tiene conto del versamento agli azionisti, o l’SLI che invece è un return index, ossia una misurazione inclusiva della distribuzione. Visto che generalmente alla “ex-dividend date” la quotazione di un titolo perde in misura equivalente al dividendo, durante i mesi precedenti l’estate si verifica sistematicamente una overperformance dell’SLI, tanto più vistosa quanto più il dividendo mediano è attrattivo. Nel caso dell’SLI, questa plusvalenza è ormai quasi interamente incamerata, pertanto l’ipotetico contraccolpo che ribilancia il differenziale con l’SMI dovrebbe iniziare prossimamente a prendere forma, dando ancor più ragione e credibilità al consiglio elargito dalla vecchia profezia.


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