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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario svizzero: già sfruttato buona parte del potenziale

20.04.15 - 14:57
Di Dario Meroni, equity and fund analyst
Mercato azionario svizzero: già sfruttato buona parte del potenziale
Di Dario Meroni, equity and fund analyst

La recente ascesa dell’SMI, che ha portato l’indice a raggiungere nuovi massimi annuali si è concessa una pausa di riflessione dopo Pasqua, in prossimità di un nuovo livello simbolico come la quota 9500, che nel mezzo della stagione dei dividendi assume una connotazione ancora più positiva. Con le conferme che si susseguono da parte delle maggiori banche centrali di voler confermare le rispettive strategie espansive, e con una percezione che il livello dei tassi d’interesse è destinato a rimanere contenuto e a basso rischio di un’improvvisa inversione di tendenza, si rafforzano i fattori che hanno finora spinto la borsa elvetica ai livelli attuali.

Il maggiore elemento frenante, in questo periodo di relativa calma e bassa volatilità, è dunque rappresentato dalla progressiva espansione della valutazione delle maggiori società, che sull’arco dell’anno in corso si sono già portate oltre la rispettiva media storica e che quindi dovrebbero tendere a stabilizzarsi, seppure ad alti livelli, in attesa di conferme sulla crescita degli utili, implicita nelle aspettative espresse dalla valutazione.

Queste conferme dipendono, seppure con proporzioni differenziate, dall’oscillazione del CHF, che in questa fase di mercato si sta rafforzando rispetto all’EUR, mentre si muove entro una banda d’oscillazione piuttosto ampia verso il USD, un movimento che trova la sua conferma nel rapporto tra le grosse capitalizzazioni (che determinano l’andamento dell’SMI e che sono maggiormente influenzate dal rapporto con il USD) e le piccole e medie società, tipicamente esportatrici in area EUR e da circa un mese ritornate in una fase di debolezza relativa.

Questa considerazione rafforza l’opinione che la direzionalità di una borsa come quella elvetica, fortemente orientata all’esportazione, sia molto sensibile in particolare alle politiche monetarie delle maggiori banche centrali e che quindi sono queste le variabili, in questo caso interamente esogene, che vanno monitorate con la maggiore attenzione per affinare le previsioni di crescita.

Indirettamente, l’equilibrio valutario è anche la salsa che ha condito la presentazione del 1T15 di Nestlé, la maggiore notizia societaria positiva della settimana: l’obiettivo del cosiddetto “Nestlé Model” che prevede un tasso di crescita organica media costante superiore al 5% è stato raggiunto solamente nella geografia “Americas”, ma il mercato non ha mancato di mettere in risalto i risultati di Nestlé, che ha ritoccato il suo massimo storico all’apertura di venerdì. In Europa la crescita organica è invece stata inferiore, con 4.5% e ancora più modesta in Asia con 2.2%, mentre è molto marcata la differenza di crescita organica tra l’assieme dei mercati emergenti (6.7%) e quelli sviluppati (2.5%).

Oltre a presentare risultati, margini operativi e tassi di crescita superiori alle aspettative degli analisti, Nestlé ha riconfermato la guidance malgrado un fattore valutario che viene stimato penalizzante nella sua evoluzione storica. In un’ottica d’investimento di lungo periodo, osserviamo inoltre come rimanga inalterata nel tempo la caratteristica conservativa del titolo e la sua propensione a generare un rendimento apprezzabile e soprattutto costante e sostenibile.

Detto come le valutazioni della borsa svizzera siano ormai lievitate verso valori storicamente elevati, riducendo quindi il potenziale di ulteriore apprezzamento, raccomandiamo ulteriore cautela sulla base del recente aggiornamento sulle previsioni congiunturali del KOF, che in un contesto mondiale di prospettive di crescita economica instabili, ribadisce il deteriorarsi della situazione Svizzera dopo il forte calo dell’indicatore di febbraio, con il barometro congiunturale che ha dato segnali di stabilizzazione ma ancora nessun impulso che lasci presagire una fase di crescita.

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