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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario svizzero: partenza ribilanciata su nuove basi

26.01.15 - 14:41
Secondo alcuni, come ad esempio il CEO di UBS, il mercato avrebbe reagito in modo eccessivo
Mercato azionario svizzero: partenza ribilanciata su nuove basi
Secondo alcuni, come ad esempio il CEO di UBS, il mercato avrebbe reagito in modo eccessivo

La ripartenza dopo la brusca correzione-record dell’ormai memorabile 15 gennaio è stata caratterizzata dall’iniziale incertezza degli addetti ai lavori nel ricalcolare le stime con le differenze di traslazione contabile. Secondo alcuni, come ad esempio il CEO di UBS, il mercato avrebbe reagito in modo eccessivo, ed infatti il titolo UBS è stato assieme ad Adecco il migliore del listino sulla settimana. All’opposto, nello spettro delle performances settimanali troviamo un altro titolo dello stesso settore, Julius Baer, che ha caratteristiche molto diverse, con una struttura essenzialmente domestica e quindi con costi prevalentemente in CHF.

All’interno di questi estremi, i vari titoli si sono mossi in proporzione alla loro esposizione netta al rafforzamento del CHF, quindi alla differenza tra ricavi conseguiti all’estero e costi in valute terze, al netto dell’eventuale copertura, la quale tuttavia non è necessariamente comunicata e pertanto è soggetta a valutazioni arbitrarie.

L’SMI ha quindi ricominciato a disegnare la propria curva dopo il drastico “reset” e sta cercando la propria dimensione con il CHF in libera fluttuazione. Al contrario degli altri mercati maggiori, tuttavia non ha saputo cogliere il segnale positivo giunto dall’annuncio di QE da parte della BCE, mostrando una timida avanzata a traino del mercato europeo, anche perché la mossa annunciata da Draghi potrebbe ulteriormente rafforzare il CHF e quindi peggiorare la situazione attuale. Quest’ultimo evento è stato un catalizzatore positivo per i mercati azionari, che ne hanno beneficiato sia nella fase di avvicinamento ad una comunicazione ormai data per scontata, sia nei giorni successivi, mentre l’SMI è a malapena riuscito a mantenersi sopra gli 8'000 punti, che sono anche una resistenza tecnica molto importante.

L’assieme degli eventi della scorsa quindicina ha fatto chiarezza su un terzo punto di riferimento: settimana scorsa avevamo intitolato il commento accennando alla correzione dell’SMI, pari a 1 anno di performance, e alla durata del floor sull’EUR di 3 anni. Dopo i recenti movimenti, anche le due borse, SMI e EuroStoxx 50 hanno riequilibrato il paradigma con una performance relativa ritornata esattamente al livello del settembre 2011, data della decisione della BNS di difendere il CHF. L’escursione della performance relativa è stata di oltre il 24% nello spazio di poche sedute, quanto basta per cambiare il segno, da positivo a negativo, al riscontro numerico dallo scorso anno e per riportare l’orologio indietro di 3 anni.

L’andamento futuro del rapporto relativo tra le due borse è però incerto, in quanto l’intervento della BCE ha ulteriormente indebolito l’EUR, ottenendo un auspicato effetto collaterale per il rilancio dell’economia, mentre il CHF che va rafforzandosi potrebbe invece avere effetti potenzialmente negativi per l’economia elvetica, in particolare per il tessuto economico delle piccole e medie imprese: raccomandiamo quindi in questo frangente di privilegiare le grosse capitalizzazioni nelle decisioni d’investimento.

Una situazione analoga si sta delineando anche nel rapporto relativo tra SMI e S&P 500 che si è modificato in misura leggermente inferiore, con un’ampiezza del 18%, motivata dal fatto che l’S&P 500 è stato molto performante negli ultimi 3 anni, mostrandosi molto solido anche nel recupero seguente alla correzione di ottobre, e soprattutto in considerazione del fatto che il USD è stabilmente in fase ascendente. Questo fattore è peraltro positivo per le maggiori società dell’SMI il cui fatturato è prevalentemente in USD e permette così di limitare l’impatto del rafforzamento del CHF.

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