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ATTUALITÀ SETTIMANALELa pronta reazione del mercato azionario Europeo e Svizzero

23.12.14 - 10:59
Il consueto appuntamento con l'attualità di BSI
La pronta reazione del mercato azionario Europeo e Svizzero
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LUGANO - Dopo aver perso pesantemente terreno da inizio settimana, l’indice europeo, come d’altra parte tutte le borse mondiali, ha tratto vantaggio dalla comunicazione della Fed, la cui locuzione incentrata sulla pazienza ha colto lo spirito del momento andando a porre una base sulla quale stabilizzare i mercati. Chairwoman Yellen ha rassicurato i mercati sulla tempistica di un rialzo dei tassi e sulla qualità dei dati macroeconomici, isolando le cause della correzione, legate alla volatilità filtrata dalla delicata situazione russa con la caduta del rublo e il calo del prezzo del greggio.

Assieme ad un intervento della banca centrale russa, la crisi è stata provvisoriamente arginata favorendo un recupero dei mercati. Proprio come nella recente correzione “a V” di ottobre, la ripresa ha avuto velocità divergenti, con l’S&P500 e l’SMI immediatamente ai livelli del penultimo massimo di metà settembre, e con l’Euro Stoxx 50 più attardato, seppure in fase di chiaro recupero.

In particolare il mercato europeo è stato più vulnerabile a causa della maggiore esposizione del proprio sistema bancario al rublo e della prossimità geografica e commerciale alla Russia. La sensibilità dei maggiori istituti europei è quindi stata testata in settimana superando l’esame ma anche lasciando qualche cicatrice sul settore in alcune circostanze.

L’inizio di dicembre ha riservato alle borse mondiali un'altra fase di correzione. Anche la borsa svizzera, quindi, appena ripresasi in modo convincente dalla correzione di ottobre, ha dovuto nuovamente confrontarsi con variabili esogene destabilizzanti come la crisi finanziaria russa ed il repentino calo del prezzo del greggio facendosi trainare al ribasso.

L’escursione dell’SMI sopra i 9000 punti si è quindi interrotta all’inizio di questa settimana, tuttavia, la reazione è stata nuovamente rapida ed incisiva, riportando l’indice ad oscillare attorno a quello che dovrebbe essere un traguardo di rilievo per la fine dell’anno, considerato come alla data odierna un anno fa l’SMI era poco oltre quota 8000, e che dunque nel 2014 ha assimilato una performance superiore al 12%.

Tra le misure principali di cui ha beneficiato la borsa svizzera, oltre agli eventi internazionali che hanno comunque provvisoriamente contenuto le maggiori problematiche, vi è tuttavia una misura interna di rilievo come l’introduzione da parte della BNS di tassi d’interesse negativi per depositi a vista interbank. Questa eventualità era affiorata recentemente a causa della accresciuta domanda di una valuta forte e stabile da parte di investitori esteri in cerca di alternative, mettendo nuovamente sotto pressione la parità con l’Euro. La BNS ha dunque ritenuto che fosse giunto il momento di rendere il CHF meno attrattivo come valuta-rifugio, e nel suo commento ha inoltre incluso anche una revisione al ribasso delle aspettative d’inflazione per il 2015, nelle quali prevede una fase in territorio negativo, e comunque un abbassamento del range e dell’obbiettivo medio, ben inferiore all’auspicato 2% nei prossimi 3 anni.

Segnaliamo due incidenti di percorso per Roche (alcuni test clinici hanno dato un inatteso esito negativo) e Swisscom (timori di una pressione supplementare su prezzi e margini dopo la ripresa di Orange Suisse da parte di NJJ Capital) che non dovrebbero peraltro intaccare le rispettive tesi d’investimento di lungo periodo che rimangono quindi positive.

 

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