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RICERCAScoperto il "juke box" del cervello, conserva i ricordi legati alla musica

24.02.09 - 08:41
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Scoperto il "juke box" del cervello, conserva i ricordi legati alla musica

Tutti abbiamo provato la piacevole sensazione di tornare indietro nel tempo ascoltando una vecchia canzone: il primo bacio, un viaggio con gli amici da adolescenti, il matrimonio. Ma cosa c'è nella musica che è in grado di evocare ricordi così vividi?

Mappando l'attività cerebrale di un gruppo di volontari a cui è stato chiesto di ascoltare canzoni, i ricercatori dell'università di Davis, in California (Usa), hanno risposto alla domanda, scoperto  che la regione del cervello dove viene conservata e richiamata la memoria del nostro passato serve anche da centro di raccolta della  musica che ci è familiare e delle emozioni che ci ha fatto vivere.

Il 'juke box' che abbiamo in testa - descrivono gli studiosi su 'Cerebral Cortex' - è collocato nell'area della corteccia prefrontale mediana, che è anche una delle regioni che si deteriorano più lentamente: ecco perché questa scoperta, assicura l'autore principaledella ricerca, Petr Janata, potrebbe aiutare a spiegare perché la musica è in grado di stimolare profondamente anche i malati di Alzheimer. "Ciò che accade - evidenzia Janata - è che sentendo una melodia ci vengono in mente luoghi, persone e persino odori. E ora è più chiaro il collegamento fra queste esperienze: la musica e i ricordi sono immagazzinati nella stessa identica area cerebrale".

Che siano pezzi di vecchie stagioni sanremesi o brani firmati da indiscussi miti del rock, ognuno di noi porta nel cuore una compilation che fa da colonna sonora della nostra vita. Ma finora non si conoscevano gli ingranaggi cerebrali che permettono a una canzone di richiamare in noi ricordi ed emozioni del passato.

Diretti da Petr Janata, i neurologi hanno scoperto il meccanismo: hanno lasciato ascoltare a un gruppo di studenti universitari una selezione di 30 brani famosi, assurti alla vetta delle classifiche quando i volontari avevano tra 8 e 18 anni.

Mentre i giovani ascoltavano, i ricercatori hanno monitorato il loro cervello con la risonanza, poi hanno chiesto loro di compilare un questionario per valutare quali delle 30 canzoni avessero per loro un valore particolare, quali fossero legate a un ricordo e l'importanza di quest'ultimo.

Ebbene è emerso che all'ascolto delle canzoni che legavano a un ricordo clou della loro vita, nel loro cervello corrispondeva l'attivazione della corteccia mediale prefrontale. È qui dunque che la musica fa risuonare le corde della nostra memoria.

Poiché quest'area è una delle ultime a venir danneggiate dal morbo di Alzheimer, conclude Janata, lo studio suggerisce l'utilità della musicoterapia contro la demenza senile: la musica

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