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PeoplePediatria: i 10 diritti dei bimbi in ospedale, nasce carta italiana

06.03.08 - 19:50
Pediatria: i 10 diritti dei bimbi in ospedale, nasce carta italiana

Milano, 6 mar. (Adnkronos Salute) - Non solo cure di qualità per i bimbi ricoverati, ma anche assistenza su misura a 360 gradi. Con la garanzia di poter giocare, studiare ed essere informati delle proprie condizioni di salute senza 'censure' né ostacoli linguistici. Il tutto in un'atmosfera serena e in ambienti allegri, pensati per accogliere 24 ore su 24 i baby-pazienti e le persone a loro più care. Sono solo alcuni dei 10 diritti inalienabili dei bambini in corsia, sanciti dalla 'Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale' redatta dalla Fondazione Abio Italia Onlus in collaborazione con la Società italiana di pediatria (Sip). Il documento - presentato oggi a Milano - è frutto del lavoro di un team multidisciplinare; fa riferimento alla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989 e si ispira alla Carta dell'European Association for Children in Hospital (Each) del 1988, adattandola alla realtà della Penisola.

La Carta italiana è la prima iniziativa lanciata da Abio per celebrare il suo trentesimo compleanno che ricorre quest'anno, e sarà protagonista di una campagna di sensibilizzazione sostenuta dalla presidenza della Commissione parlamentare per l'infanzia e patrocinata dai ministeri della Salute, della Solidarietà sociale e delle Politiche per la famiglia. Il decalogo sarà distribuito in tutte le strutture ospedaliere che aderiranno al progetto e nei reparti in cui Abio opera, insieme a locandine e pieghevoli rivolti a genitori e piccoli pazienti. Per tutto il 2008, inoltre, verranno diffusi spot via radio e tv, e immagini simbolo dell'iniziativa che ha per testimonial, volto e voce Beppe Severgnini. Per ulteriori informazioni cliccare su www.abio.org. In Italia, stima il presidente di Abio Vittorio Carnelli, "6-7 milioni di bambini si rivolgono ogni anno al Pronto soccorso. I ricoverati sono circa 2 milioni, che salgono a 3-4 se si considerano anche i Day hospital. E i pazienti pediatrici stranieri sono in netto aumento: solo alla clinica De Marchi di Milano sono il 40-45% dei ricoverati".

Bisogni e desideri di bimbi e teenager in corsia sono stati raccolti dall'onlus meneghina in 30 anni di esperienza, che l'hanno portata a contare quasi 5 mila volontari operativi in 190 pediatrie del Paese su 350, per un totale di 750 mila ore l'anno di servizio. Le sedi locali sono 63, e le ore di formazione superano le 2 mila ogni anno. "Non vogliamo essere considerati il Tribunale del bambino malato - precisa Carnelli - Abbiamo solo voluto codificare e mettere nero su bianco 10 punti da condividere con tutti gli attori del sistema", dice lo specialista. La parola d'ordine per prendersi cura dei bambini che soffrono è "assistenza globale, un concetto squisitamente pediatrico", continua. Come pure "è nata in campo pediatrico l'opera di umanizzazione degli ospedali", che ha trasformato i reparti da grigi e asettici a colorati e caldi. Tanto che, assicura l'esperto, "sempre più piccoli al momento delle dimissioni fanno addirittura i capricci".

Questo grazie alla "sensibilità di pediatri, infermieri e operatori specializzati, cresciuta moltissimo in tutte le realtà d'Italia". Alcune devono fare ancora un po' di strada, evidenzia Carla Navone, segretario nazionale della Sip, "ma negli ultimi anni la cultura dell'assistenza specifica ai bambini ricoverati si è molto diffusa - conferma - Per questo dedicheremo il prossimo Congresso nazionale Sip (Genova, 15-18 ottobre) al tema 'Pediatria tra scienza e famiglia: il valore della comunicazione'". Da promuovere contro ogni eventuale barriera sociale ed etnica. I messaggi da far passare sono due, prosegue la specialista: primo, che "in ospedale è necessario far sentire il bambino il più possibile a casa propria", rispettandone il 'microcosmo', e secondo che "il bambino è una persona completa, che prova sensazioni ed emozioni fin dai primi mesi di vita". Il bimbo "non è un adulto in miniatura, ma un titolare di diritti specifici", avverte Raffaele Mantegazza, docente di Pedagodia interculturale all'università Bicocca di Milano.

L'esperto ha "molto gradito il riferimento all'adolescenza", troppo spesso 'terra di nessuno', e ha lodato "la battaglia di Abio". Convinto che "proprio in ospedale, dove dolore e speranza si incrociano, possa nascere una nuova cultura dell'infanzia" da esportare poi in tutte le realtà in cui adulti e bimbi si incontrano. Ed ecco i punti del decalogo. I bambini e gli adolescenti ricoverati in ospedale, e le loro famiglie, hanno diritto in tutta Italia a: 1) Avere sempre la migliore qualità delle cure; 2) Avere accanto in ogni momento i genitori o un loro sostituto adeguato; 3) Ricevere informazioni e facilitazioni che aiutino a prendersi cura del figlio durante la degenza; 4) Essere ricoverati in reparti pediatrici e aggregati per fasce d'età; 5) Ricevere la continuità dell'assistenza pediatrica 24 ore su 24; 6) Avere a disposizione figure in grado di rispondere alle loro necessità; 7) Avere ogni giorno possibilità di gioco, ricreazione e studio in ambienti adeguati; 8) Essere trattati con tatto e comprensione, sempre nel rispetto della loro intimità; 9) Essere informati insieme ai genitori riguardo alla diagnosi e adeguatamente coinvolti nelle decisioni relative alle terapie; 10) Beneficiare di tutte le pratiche finalizzate e minimizzare il dolore e lo stress psicofisico.

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