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25.09.07 - 12:30
Una foto, drammatica e controversa per la nuova campagna Nolita “No anoressia", campeggia sui manifesti delle più grandi città italiane. Ma non tutti appoggiano l’iniziativa. Soprattutto gli esperti.
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Campagna shock contro l’anoressia. Alcuni psicologi sono contrari. Ecco il perché
Una foto, drammatica e controversa per la nuova campagna Nolita “No anoressia", campeggia sui manifesti delle più grandi città italiane. Ma non tutti appoggiano l’iniziativa. Soprattutto gli esperti.


La protagonista della discussa immagine pubblicitaria contro l’anoressia, realizzata dal fotografo milanese Oliviero Toscani,  si chiama Isabelle Caro e pesa 31 chili. Sono 15 anni che soffre di questo disturbo.

"Mi sono nascosta e coperta per troppo tempo” afferma Isabelle” Adesso voglio mostrarmi senza paura anche se so che il mio corpo ripugna. Le sofferenze fisiche e psicologiche che ho subito hanno un senso solo se possono essere d'aiuto a chi è caduto nella trappola da cui io sto cercando di uscire”. E ancora “Perché la gente sappia e veda davvero, a che cosa può portare l'anoressia”.

Le reazioni- Oltre al ministro della Salute Livia Turco, arrivano reazioni positive anche dalle passerelle milanesi, dove è in corso la settimana della Moda.
“Credo che queste campagne con immagini così dure e crude siano giuste. Vorrei poter conoscere questa persona per capire i motivi che l'hanno portata all'anoressia". Afferma Giorgio Armani. Dello stesso avviso anche i due stilisti Dolce e Gabbana che dicono: "Finalmente qualcuno dice la verità sull'anoressia, cioè non è un problema della moda ma un problema psichiatrico".

Psicologi, pareri contrari- Apprezzamenti ma anche dissensi. Le critiche arrivano dall'Aba, l'Associazione per lo studio e la ricerca sull'anoressia, la bulimia e l'obesità. Secondo Fabiola De Clerq, presidente dell'associazione: "L'utilizzo di questa immagine è suscettibile di indurre fenomeni di emulazione e non aiuta certo i diretti interessati né le loro famiglie".


“La campagna shock è sbagliata". Questo il commento di Camillo Loriedo, psichiatra esperto di anoressia che lavora nel Centro per i disturbi alimentari del policlinico Umberto I di Roma. “L'attenzione al corpo è la causa dell'anoressia e non un rimedio alla malattia. Le immagini che ritraggono la giovane rischiano di innescare un processo di imitazione e di 'gara' per apparire come, o più magre, della malata”, spiega all' Adnkronos Salute.

“Non a caso nel nostro centro  cerchiamo di curare il disturbo alimentare spostando l'attenzione di queste persone, centrata sul cibo e il peso, anche su altri interessi”. E aggiunge: “Tutti sanno che le anoressiche amano posare nude e mostrare la loro magrezza patologica. Loro si sentono belle e non si rendono conto della malattia di cui soffrono. Per il semplice motivo che hanno una patologia psichica che le spinge a vedere alterato il loro 'schema corporeo'. Basterebbe - prosegue Loriedo - fare un giro sui numerosi siti internet curati da anoressiche per rendersi conto che sono infarciti di foto come quelle usate per la campagna pubblicitaria. In queste pagine internet c'è una continua istigazione a dimagrire sempre di più, fino a toccare soglie di peso di poche decine di chili".
 
Un errore di fondo, dunque, inficerebbe l'obiettivo di contrastare la diffusione dell'anoressia. Loriedo si chiede "se prima di mettere in campo un messaggio del genere, i pubblicitari si siano rivolti a degli esperti".

Fenomeno in aumento tra le 40 enni- Intanto il fenomeno è in continua espansione. Non solo tra giovanissime under 10 ma sembrerebbe interessare anche donne dai 40 anni in su, spesso con marito e figli, tutte ossessionate da corpi eternamente giovani, tonici, perfetti. L’allarme arriva dagli Stati Uniti, da dove la stampa internazionale riporta l’esperienza di una clinica di Minneapolis specializzata in disturbi alimentari: il Park Nicollet Health Services Eating Disorders Insitute. Lì, solo quattro anni fa le pazienti mature rappresentavano il 13% del totale: oggi sono il 38%.

Anche l’Italia comincia a rilevare il pericolo. Giovanna Cecchetto, presidente dell’Associazione nazionale dietisti, già qualche mese falanciò l’allarme: “Mancano dati precisi sulle malate di anoressia con oltre 40 anni, ma registriamo un aumento delle richieste di aiuto proprio in questa fascia e in alcuni casi persino dopo i 55 e 60 anni”.
 
 
Elis
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