Katia Cattaneo è Miss Plus Size Ticino. Da qualche mese è anche madrina di Curve pericolose, un gruppo di donne formose che sfila nel nord Italia e che presto farà tappa a Lugano
MENDRISIO – "Curvy" alla riscossa. C'è un gruppo di ragazze formose che, da qualche mese, sta spopolando nei Comuni limitrofi del vicino nord Italia. Si fanno chiamare "Curve pericolose" e partecipano a sfilate e a eventi mondani. Segni particolari: hanno tutte qualche chilo di troppo. E ne vanno fiere. La loro madrina è una donna ticinese, Katia Cattaneo, 42enne di Mendrisio, eletta nel 2015 Miss Plus Size Ticino. Una donna dal passato travagliato, che oggi si racconta con serenità. «Perché ho imparato ad accettarmi – sospira –. Fino alla maternità ho vissuto attimi bui. Ho fatto un grande percorso interiore».
"Mangia di meno" – Katia ha tre figlie e fa la segretaria in uno studio psichiatrico. In parallelo si sta formando come counselor generativo. «Diventerò una specie di psicologa, che tratterà situazioni non legate a patologie». Ha voglia di aiutare, Katia. Lei che l'aiuto, quello vero, l'ha trovato soprattutto dentro di sé. Dopo un calvario durato anni. «Sono sempre stata robusta. Venivo spesso presa in giro dai compagni di classe. Mi sentivo dire "Mangia di meno", "Corri di più"... Ma se una nasce con la corporatura robusta c'è poco da fare, non peserà mai 50 chili».
Ingiustizie – In famiglia l'esistenza di Katia era altrettanto disastrosa. «C'era la corsa alle diete. All'epoca non c'era l'informazione che c'è oggi. Mi facevano mangiare le verdure, con un sacco di burro. Ho dovuto sgomitare anche in casa per stare a galla. Mi sentivo costantemente vittima di ingiustizie. Mi chiedevo come mai fosse toccato proprio a me».
Trasformazione – Non vuole dire quanto pesa, Katia. «Non è importante», sostiene. Ma racconta, invece, di una svolta graduale. «L'ultima figlia l'ho avuta a 30 anni. La maternità trasforma il tuo corpo. Che, in un certo senso, diventa testimone della tua vita. Inseguire modelli impossibili non aveva più senso. Sono andata oltre, cercando di esprimere la mia femminilità in altre sfumature. Ho fatto tanta fatica, è stato un lungo processo di autoconvinzione».
Sfide – Nel 2015 Katia partecipa addirittura a un concorso nazionale dedicato alle ragazze "fuori misura". «Ho vinto il titolo per la Svizzera italiana. Da allora sfilo e poso, anche con capi di intimo. Faccio la modella, in pratica. È stato un grande passo per me. Non ho più barriere. Non mi vergogno di nulla. Sfilo in Svizzera tedesca, in Austria, in Italia. Poco in Ticino. Perché da noi le "curvy" hanno ancora un po' di timore a esporsi. Prossimamente porteremo una sfilata di Curve Pericolose a Lugano. Forse si apriranno nuove prospettive».
Frustrazione e psicologia – Infine, un appello. Sentito. Indirizzato alle donne in sovrappeso. «La società ogni tanto ci esclude. Ricordo che quando entravo nei negozi trovavo solo vestiti con taglie M o L. Può essere frustrante. Il meccanismo è soprattutto psicologico. Bisogna rendersi conto di potere essere belle donne anche in un corpo che magari non corrisponde ai classici canoni estetici. Tutte possono farcela. La strada è piena di insidie. Ma quando si arriva in cima, la soddisfazione è enorme».