Lo afferma il celebre direttore d'orchestra svizzero Charles Dutoit che rincalza: «YouTube non è tutto»
LONDRA - «Oggi i giovani musicisti hanno tutto a portata di mano, possono imparare un nuovo pezzo solo ascoltandolo su YouTube. Sono incredibilmente ben informati ma non hanno cultura». Lo afferma il grande direttore d'orchestra Charles Dutoit in un'intervista al quotidiano britannico The Telegraph.
L'ottantenne maestro svizzero, che a vent'anni già collaborava con mostri sacri del calibro di Herbert von Karajan e Ernest Ansermet e che dal 2009 è direttore artistico della Royal Philharmonic Orchestra, sottolinea: «Ai miei tempi tutto era lento, ma questo significava che si approfondiva».
«Dovevi cercare le cose e lavorarci lentamente sulla partitura. È per questo che all'inizio - spiega Dutoit - ero cauto nell'accettare grandi impegni. Dopo aver fatto il mio debutto a Berna (nel 1959 con la pianista Martha Argerich, ndr), sono stato notato dall'Opera di Stato di Vienna, in parte grazie a Karajan, che mi ha fatto l'incredibile offerta di dirigere 'Le nozze di Figaro' e 'Carmen'. Nessun giovane direttore di oggi rifiuterebbe una simile proposta, ma io ho detto che non ero pronto. Allora mi hanno offerto di dirigere 'Il lago dei cigni' con Nureyev e Fonteyn. Ho accettato perché mi sentivo di farlo. Come premio di consolazione mi sembra più che buono...».
Il direttore svizzero parla della necessità di un lento apprendistato in questo mestiere: «Non ero uno di quei giovani direttori che hanno vinto un premio e poi, boom, la carriera è fatta. Vengo da una famiglia povera, che non aveva soldi per i miei studi. Infatti ho dovuto contribuire molto presto al mantenimento della famiglia. Per molti anni ho lavorato come violinista e violista per l'Orchestra della Camera di Losanna e in altri paesi», racconta Dutoit.
E si schermisce da chi oggi, che è diventato uno dei "senatori" del podio, lo accusa di essere un tiranno. «Un tiranno? Io? Beh - conclude - ammetto di potere essere difficile e impaziente, e immagino che alcune persone abbiano sofferto per questo. Ma un tiranno, no».