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CANTONE«Come “Vicini di Casa” scelgo sei nudi»

21.07.17 - 09:26
Il fotografo Robin Bervini: «Ritenevo che queste mie foto, a me molto care, meritassero finalmente la possibilità di essere esposte e visibili.»
Robin Bervini
«Come “Vicini di Casa” scelgo sei nudi»
Il fotografo Robin Bervini: «Ritenevo che queste mie foto, a me molto care, meritassero finalmente la possibilità di essere esposte e visibili.»

LUGANO - Al Central Park sorge lo «Spazio 1b», un luogo che, trascurato da anni, è stato di recente riaperto grazie a Francesco Maria Gamba, Claudia Cossu, Mirko Aretini e Federico Saurer. Insieme hanno deciso di inaugurare lo spazio allestendo una mostra, «Vicini di Casa»: sono stati selezionati diciotto artisti ticinesi, e a ciascuno di loro è stato chiesto di decorare una vetrina a proprio piacimento, in maniera tale che li rappresentassero nel loro campo.

Tra scarpe rotte e la rappresentazione di una Lugano allo stato naturale, salta all’occhio la vetrina numero 10, quella di Robin Bervini. Ha deciso di allestire il proprio spazio con sei foto di nudo formato Polaroid.

Cosa ti ha spinto a portare sei foto di nudo alla mostra «Vicini di Casa»?

«Vicini di Casa» è la seconda mostra su suolo ticinese alla quale sono stato invitato. La fotografia di nudo, scattata con Polaroid è stato il mio punto di partenza nella fotografia. La serie di fotografie non è inedita, perché è già comparsa sul mio sito, ma ritenevo che queste mie foto, a me molto care, meritassero finalmente la possibilità di essere esposte e visibili in una galleria.

«Bedroom Nudes» è il nome del progetto: da dove nasce l’idea?

Il tutto è nato con molta spontaneità. Quando nel 2010 iniziai a interessarmi alla fotografia di nudo, mi ci avvicinai con genuina curiosità, chiedendo a delle amiche di farmi da modelle, e quasi in tutti casi chiedevo di poter realizzare le foto nelle loro camere, in modo da ritrarle all’interno di uno spazio intimo e personale. E così, in maniera naturale, senza tanti giri di parole ho iniziato a riferirmi a questa serie di fotografie con «Bedroom Nudes», ovvero nudi in camera, e da allora questo è il nome della serie.

Perché la scelta di utilizzare delle Polaroid?

Prima del 2010 non ero minimamente attratto dalla fotografia, ma in quell’anno venni a conoscenza di una nuova generazione di pellicole per apparecchi Polaroid, e la particolarità delle immagini che vedevo, specialmente quando si trattava di fotografie di nudo, mi ha affascinato al punto da pormi l'obiettivo di imparare a realizzare io stesso delle immagini di tale potenza e poeticità visiva. Da allora ho iniziato a scattare Polaroid e non ho più smesso.

In base a quale criterio scegli i tuoi progetti?

Nella maggior parte dei casi mi capita di conoscere persone in cui riesco a vedere un interesse o una disponibilità a supportarmi nei miei progetti. La maggior parte dei miei soggetti sono amicizie strette, in alcuni casi persone comuni che nemmeno conosco di persona, mentre qualche volta si tratta di modelle professioniste. Capita anche che qualcuno veda i miei lavori e mi contatti offrendosi volontario, cosa graditissima.

Hai altri progetti di questo tipo in futuro?

Ci sono alcuni progetti fotografici che porto avanti poco a poco, ho fatto un periodo di pausa dal nudo artistico per dedicarmi di più alla fotografia di moda e ai ritratti. Di recente ho realizzato e presentato alla galleria «La Rada» una nuova serie di ritratti e nudi ispirati ai disegni e ai dipinti di Schiele. Le fotografie sono state ricevute molto bene e intendo proseguire con ulteriori soggetti, portando il progetto a gallerie sia oltre Gottardo che all’estero. Ma c'è sempre spazio per delle novità impreviste, mi lascio sorprendere da quello che mi salta in mente.

Tutte le vetrine saranno visibili fino al 17 settembre sotto i portici di Central Park, allo «Spazio 1b».

 

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