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BELLINZONADragon Ball Z, I cavalieri dello Zodiaco e One Piece al festival nipponico

07.04.17 - 06:00
Il Japan Matsuri che si terrà questo fine settimana all'Espocentro ospiterà Eisaku Inoue, maestro dell'animazione giapponese
Japan Matsuri
Dragon Ball Z, I cavalieri dello Zodiaco e One Piece al festival nipponico
Il Japan Matsuri che si terrà questo fine settimana all'Espocentro ospiterà Eisaku Inoue, maestro dell'animazione giapponese

BELLINZONA - I Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya), Dragon Ball Z, Street Fighter, One Piece. Eisaku Inoue è uno tra i più importanti maestri dell’animazione giapponese e sarà ospite al Japan Matsuri che si terrà questo fine settimana all’Espocentro di Bellinzona.

Il maestro Inoue terrà una conferenza e una dimostrazione di disegno sul palco sabato 8 aprile alle 17:00. Domenica, a partire dalle 14:15, distribuirà dei disegni autografati che ha realizzato in esclusiva per il festival giapponese.

Abbiamo intervistato Eisaku Inoue in anteprima, che ci ha comunicato la novità a cui sta lavorando attualmente e ha colto l’occasione per ringraziare «tutti quelli a cui piacciono i miei disegni: sono veramente onorato per il vostro sostegno».

Quando è nata la sua passione per il disegno? Quando è diventata una professione?

«A dire la verità, non ho mai imparato a disegnare “ufficialmente”. Mio fratello era geniale nel disegno. Eravamo una famiglia povera, dovevo per forza trovare un modo di giocare che non costasse niente. Anni dopo un certo signor Shirato, un animatore giapponese conosciuto, mi disse “se sai plasmare così bene l’argilla, riuscirai anche a disegnare bene”: questa frase mi ha spinto a entrare nel mondo dell’animazione. Ma il salario era a provvigione. Poi sono diventato indipendente e ho fatto parte dello staff principale dell’animazione di “I Cavalieri dello Zodiaco” e continuo a lavorare per loro ancora oggi».

Chi l’ha influenzata da bambino?

«Mio fratello mi ha insegnato che lo stile del disegno nell’animazione non rimane mai lo stesso, ma cambia a ogni episodio. Da allora ho saputo che esistono direttori dell’animazione e il mio punto di vista è cambiato radicalmente».

Qual è il segreto per far conciliare culture diverse in un anime?

«I giapponesi riescono ad adattare i loro prodotti a ogni target, senza riguardo alle religioni e ai paesi. È evidente nella cultura gastronomica: la nostra cucina è una tra le più variate al mondo e riusciamo a integrare gli altri paesi nella nostra».

Come sono cambiati gli anime nel tempo? Quando hanno dovuto adattarsi ai gusti della gente?

«Le esigenze del pubblico hanno portato i produttori degli anime a dedicarsi con sempre meno entusiasmo al loro lavoro. I fans sono divisi fra contenuti e personaggi e i molti guadagni nel mercato giapponese riducono gli investimenti per la diffusione all’estero: una sorta di globalizzazione al contrario. Fino agli anni Novanta abbiamo potuto sfogare liberamente la nostra fantasia. Invece dal 2000 si sta andando sempre di più nell’unica direzione del profitto. Sono un po’ deluso dai recenti anime giapponesi senza anima».

A cosa sta lavorando adesso?

«Sto lavorando a "Tiger Mask W", uno show per la televisione basato sul manga "L’Uomo Tigre"».

Qual è esattamente il ruolo di un direttore dell’animazione?

«I registi gestiscono l’intero prodotto, mentre i direttori dell’animazione gestiscono i disegni».

Quale dei suoi lavori l’ha appassionata di più?

«Ce ne sono tanti, ma se dovessi sceglierne proprio uno, direi "I Cavalieri dello Zodiaco". Dal punto di vista del ”disegno”, con i suoi personaggi, lo sfondo e la messa in scena è stato assolutamente l’ideale».

"Dragon Ball Z" è molto amato qui. Cosa prova chi lo disegna nell’evoluzione di Goku?

«Lo stile di "Dragon Ball Z" ha sempre seguito il passare del tempo. Credo sia stato influenzato da "Kenshiro" o "Le bizzarre avventure di Jojo"».

Cosa ne pensa dell’attuale "Dragon Ball super"?

«La storia sta diventando interessante e mi piacerebbe ancora partecipare al disegno. La dura realtà è che non ci sono più giovani creatori eccellenti come una volta».

Pensa che il film “I Cavalieri dello Zodiaco: la leggenda del Grande Tempio” di Keiichi Sato abbia degnamente reso omaggio al trentennale del manga?

«Ho ammirato il lavoro di Sato, perché ha coordinato molto bene una storia lunga e i 5 personaggi hanno ravvivato molto questo anime. Il modo di combattere contro il Grande Sacerdote mi sembra però piuttosto quello degli eroi Sentai: squadre multicolori che lottano per la pace contro forze extraterrestri o demoniache, molto diverso da quello degli altri episodi della serie».

Come la tecnologia ha modificato lo stile dell’animazione?

«Al giorno d’oggi si dà priorità alla razionalità e gli anime sono purtroppo conseguentemente privi di vita. La colpa deriva dall’eccessiva razionalità dei giapponesi. Nel film “Jurassic Park” sono state alternate con successo la computer-grafica e il dynamotion per ottenere la maggiore efficacia nella creazione e animazione delle immagini, perciò si dovrebbe evitare di usare nuove tecnologie solo per ridurre i costi».

Il “Pokemon Shock” ha cambiato il suo modo di lavorare?

«Sì, sono state imposte restrizioni alle espressioni: non possiamo più usare sfondi a righe che cambiano rapidamente assieme alle luci intermittenti. (Nel 1997 la trasmissione di un episodio della saga dei “Pokemon” causò convulsioni e crisi epilettiche a oltre 800 spettatori)».

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