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The Great Wall: le invasioni barbariche

CINEMAThe Great Wall: le invasioni barbariche

23.02.17 - 06:00
Cina e America si incontrano (e scontrano) in questo kolossal spettacolare e tutto azione di Zhang Yimou e con Matt Demon
Universal
The Great Wall: le invasioni barbariche
Cina e America si incontrano (e scontrano) in questo kolossal spettacolare e tutto azione di Zhang Yimou e con Matt Demon

LUGANO - Cinque colori per cinque comandanti e cinque armate con cinque scopi ben definiti. La grande muraglia cinese è una macchina millenaria ben oliata che impiega una sterminata quantità di uomini (e donen) che, durante l'arco di una vita, la presiedono. Ma in ballo c'è la sicurezza della Cina e forse pure del mondo. Ogni generazione infatti i Taotie, uno sciame di demoni semi-intelligenti, la attaccano per tentare di averne ragione.

È proprio durante uno di questi assalti che due mercenari occidentali - William (Matt Demon) e lo spagnolo Tovar (Pedro Pascal, il Peña di "Narcos") - finiscono per trovarsi proprio fra i due schieramenti. "The Great Wall", colossale co-produzione american-cinese diretta dal premiatissimo Zhang Yimou, racconta questa incredibile battaglia alla quale i due saranno costretti a partecipare.

Non è un segreto che fra Hollywood e la Cina è in corso (ormai da anni) un serrato corteggiamento. Il ricco ed enorme mercato cinese, infatti, fa gola all'industria cinematografica americana. La pelliccola di Yimou - guru in patria e stimatissimo all'estero sia per i suoi film di arti marziali (tipo "Hero" o "La foresta dei pugnali volanti") sia per quelli più impegnati ("Non uno di meno", "Vivere!") - vorrebbe un po' rappresentare il trait d'union fra due mondi estremamente diversi. L'incontro a ridosso della leggendaria muraglia fra William e i cinque generali assume quindi un valore quasi metaforico. 

È un primo passo che è piaciuto in Cina ma ha floppato negli Stati Uniti. Costato 135 milioni di dollari ne ha incassati più del doppio (ma negli States una ventina a malapena). Eppure la formula di partenza è squisitamente occidentale: una pletora di mostri anonimi e scervellati che minaccia la civiltà e alla quale gli eroi devono contrapporsi. Una sorta di "Aliens" o "Independence Day" declinati all'orientale con tutti i colori e le maestosità visive possibili.

È stata senz'altro una bella sfida per Yimou e i suoi, soliti a scontri di cappa e spada fra leggadri eroi (e eroine) con storie, motivazioni e caratteri forti. Basti pensare alle coreografie: una cosa se coinvolgono gli esseri umani, tutta un'altra se ci sono di mezzo dei mostri color giada di trecento chili. Eppure il risultato convince e, anche grazie al 3d molto ben fatto, i suoi 100 minuti sono una vera e propria gioia per gli occhi. 

Ad affascinare, in questo senso, è anche la resa del mondo autonomo che ruota attorno alla barriera. Un sistema rigido e immenso sempre in stand by e che scruta le terre desolate al nord in attesa di un nemico che si presenta una volta ogni cento anni. È difficile non pensare al buzzatiano "Deserto dei Tartari" o altre rivisitazioni del medesimo tema. Quando quella macchina dormiente si mette in moto per combattere, poi, l'effetto spettacolare è garantito.

In gran forma (soprattutto fisica) Matt Demon anche se a brillare davvero è la bella comandante Lin interpretata della cinese Jiang Tian. Comprimari di lusso quasi tutti gli altri da Pascal (che ci mette il grugno e poco più) passando per un irriconoscibile Willem Dafoe fino a un Andy Lau carismatico ma quasi invisibile.

"The Great Wall" è un film d'azione che punta esclusivamente a intrattenere e senz'altro riesce nel suo intento sebbene di trama abbia veramente poco o niente. Oltre alle visuali pazzesche è da lodare soprattutto la volontà di far convergere due mondi così lontani e diversi. Per godervelo appieno, quindi, sui pop-corn chiedete pure uno spruzzo di salsa di soia. 

"The Great Wall" arriva nelle sale questo giovedì 23 febbraio.

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