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Sette Giorni: l'amore vissuto, malgrado tutto

CANTONESette Giorni: l'amore vissuto, malgrado tutto

13.01.17 - 10:53
Rolando Colla ci racconta quella storia d'amore atipica che è il suo “Sette Giorni” girato su una sperduta isola al largo di Trapani
FilmCoopi
Sette Giorni: l'amore vissuto, malgrado tutto
Rolando Colla ci racconta quella storia d'amore atipica che è il suo “Sette Giorni” girato su una sperduta isola al largo di Trapani

LUGANO - Sull'isola di Levanzo (Trapani), 27 anime, c'è da organizzare un matrimonio. Ci devono pensare Ivan e Giulia, rispettivamente fratello dello sposo e amica della sposa. Lui (Bruno Todeschini) botanico, in fuga perenne dall'amore, lei (Alessia Barela) costumista con un passato incasinato. Durante la fatica non può che scoccare la scintilla ma non sarà facile venire a patti con i propri sentimenti. Questa è in sintesi la trama “Sette Giorni”, pellicola firmata dal regista svizzero Rolando Colla e nelle sale ticinesi da ieri sera. Lo abbiamo incontrato per parlare di questa sua ultima fatica, ecco cosa ci ha raccontato.

“Sette Giorni” è una storia d'amore “da adulti”, i personaggi sono nel fiore dei loro quaranta. Come mai ha scelto di raccontare  un amore “maturo”?

Perché è l'unico in cui posso rispecchiarmi. Anche io, come i protagonisti, sono una persona adulta con il suo fardello di esperienze passate, di bruciature e di paure. 

Anche Ivan sebbene sia tosto sembra uno molto spaventato dall'amore, lei si riconosce in lui?

Sì senz'altro. Ti dirò, in molti lo hanno trovato antipatico ma è un personaggio che si evolve e che inizialmente non vuole rischiare nulla ma poi si lascia andare si apre. È bello e potente vederlo crescere durante tutto il film.

Levanzo un po' gli somiglia: è bella ma aspra e solitaria.

Per il film è davvero importantissima, ci ha ispirati tutti. Proprio il fatto che sia inaccessibile e lontana da tutto quanto rende possibile l'arrivo dell'amore che sconvolge loro vite.

Com'è stato lavorare sull'isola? Vi siete trasferiti con tutta la troupe? Come vi ha accolto la popolazione del luogo?

Sì ci siamo trasferiti, è stato magico: noi tutti là, in mezzo al niente. Prima di iniziare con il progetto ho incontrato tutti gli abitanti e ho raccontato loro la storia che avevo in mente. Hanno accettato ma all'inizio erano un po' titubanti, poi quando hanno visto che lavoravamo bene si sono convinti.

Fra i temi soggiacenti del film c'è anche quello della tossicodipendenza: i due sposi (e non solo) sono ex-tossici. Mi ha convinto molto il rapporto fra Ivan e suo fratello, è silenziosamente conflittuale ma bello e reale. C'è qualcosa di autobiografico?

Certamente, penso che chiunque abbia avuto vicino persone che hanno sofferto di tossicodipendenza può riconoscervisi. Da una parte è difficile dimenticare quante ce ne hanno fatte passare ma dall'altra è impossibile non voler loro sempre bene. 

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