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LP: «I miei brani? Sono riflessioni molto personali»

STATI UNITILP: «I miei brani? Sono riflessioni molto personali»

13.12.16 - 06:00
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con LP, che pochi giorni fa ha pubblicato "Lost On You", il suo quarto album
FOTO MICHAEL COMTE
LP (Laura Pergolizzi), 35 anni.
LP (Laura Pergolizzi), 35 anni.
LP: «I miei brani? Sono riflessioni molto personali»
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con LP, che pochi giorni fa ha pubblicato "Lost On You", il suo quarto album

NEW YORK - Con la title-track, raccolta anche nel suo terzo ep, “Death Valley” (Vagrant Records, 17 giugno 2016), e lanciata come singolo poco più di un anno fa, Laura Pergolizzi - americana, di Long Island, New York, ma di origini italiane -, ossia colei che si cela dietro allo pseudonimo LP, è volata in vetta alle classifiche europee, Svizzera compresa, senza fare sconti a nessuno, sgomitando come pochi altri, per settimane e settimane.

E ora, pochi giorni fa, il 9 dicembre, ha dato alle stampe il suo nuovo album, il quarto, che porta lo stesso titolo, “Lost On You”, appunto. Il disco raccoglie dieci brani: cinque già presenti nell’ep pubblicato lo scorso mese di giugno (“Muddy Waters”, la già citata “Lost On You”, “Strange”, “Death Valley”, “Other People”) e cinque inediti (“No Witness”, “Up Against Me”, “Tightrope”, “Into The Wild”, “You Want It All”). Tutte tracce di ottima fattura, messe a punto utilizzando, e svuotando, il pesante bagaglio sonoro che porta con sé: ogni genere, ogni stile, LP è in grado di cucirselo addosso, quanto una seconda pelle. Sperimenta senza timori, forgiando r&b, folk, pop, dream pop, country music e chissà quanto altro…

Laura, il disco è molto bello…

«Ti ringrazio… Ma ti chiedo una cortesia: potresti chiamarmi LP?».

Certo, come no... Ascolta LP, parli italiano?

«No, nemmeno una parola… Non l’ho mai imparato…».

Veniamo al grande successo del singolo “Lost On You”: te lo aspettavi?

«No, in realtà no. Ho iniziato a vedere che la canzone si sarebbe trasformata in una hit nel momento in cui veniva trasmessa sempre più spesso dalle radio…».

Raccontami del processo di lavorazione dell’album...

«Come hai visto, metà dei brani erano già stati raccolti nell’ep. Devo dire, di conseguenza, che il disco non è venuto alla luce dopo un vero e proprio processo di lavorazione, nei termini che, in un modo o nell’altro, io continuo a scrivere, a comporre… Le canzoni sono il frutto delle mie riflessioni di questi ultimi anni, in alcuni casi anche riflessioni molto personali…».

Ricordi ciò che hai ascoltato lavorando a queste canzoni?

«Sì, certo: “Still Crazy After All These Years” (Columbia, 1975) di Paul Simon, così come qualche disco di Roy Orbison e di Édith Piaf…».

So che sei molto richiesta anche come autrice: nel 2010, ad esempio, hai collaborato alla messa a punto di “Cheers (Drink To That)”, un brano che Rihanna ha inserito nell’album “Loud” (Def Jem Recordings). Quando e come vi siete conosciute?

«In realtà non ci siamo mai incontrate… Abbiamo lavorato insieme ma “a distanza”... Per Rihanna avevo scritto anche un’altra canzone, che però non è finita nel disco...».

A fine novembre ti sei esibita al Plaza di Zurigo: quando pensi di tornare in territorio elvetico?

«Il prossimo mese di marzo… A breve annuncerò le date…».

Info: iamlp.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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