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STATI UNITITime, persona dell'anno Donald Trump: «È un grande onore»

07.12.16 - 14:06
Il magazine sceglie la sua persona dell'anno nell'individuo o la cosa che ha influenzato il mondo per il meglio o per il peggio
Time, persona dell'anno Donald Trump: «È un grande onore»
Il magazine sceglie la sua persona dell'anno nell'individuo o la cosa che ha influenzato il mondo per il meglio o per il peggio

NEW YORK - Donald Trump è stato scelto come persona dell'anno dalla rivista Time. «È un grande onore», così il presidente eletto ha commentato l'annuncio su Today della Nbc.

Il magazine sceglie la sua persona dell'anno nell'individuo o la cosa che ha influenzato il mondo per il meglio o per il peggio. «Nel caso di Trump è stato per il meglio o per il peggio? La sfida per lui è che il Paese è profondamente diviso sulla risposta».

Per Time, che aveva messo in campo undici finalisti, la scelta è stata inevitabile dato l'impatto delle elezioni. Battuta, come l'8 novembre, la rivale nelle presidenziali Hillary Clinton, in gara come prima donna che quasi fu presidente.

Difficile misurare la scala del terremoto, scrive Time: «Davanti a questo barone dell'immobiliare e proprietario di casinò diventato star di un reality e provocatore senza mai aver passato un giorno da pubblico ufficiale e gestito altro interesse che non il suo, si prospettano le rovine fumanti di un vasto edificio politico che un tempo ospitava partiti, politologi, donatori, sondaggisti, tutti quelli che non lo avevano preso sul serio e non avevano previsto il suo arrivo. Sopra queste rovine Trump deve ora presiedere, nel bene o nel male».

È la novantesima volta che Time assegna la sua copertina più prestigiosa.

Clinton seconda anche come Persona dell'Anno - Nello scegliere Donald Trump come Persona dell'anno 2016, Time ha scartato Hillary Clinton. La ex segretario di Stato, arrivata seconda «ha fatto la storia per tre decenni, ma ora sarà ricordata più per quello che non ha fatto che per quel che ha fatto», scrive il magazine.

«Una candidata donna in una elezione in cui la questione di genere dopo tutto non era al centro è diventata un simbolo in una battaglia in cui era in gioco ben altro che il simbolismo. È la donna che è stata quasi presidente, è quel che sarebbe potuto essere e che a un certo punto sarà davvero».

Time fa l'autopsia della campagna fallita della Clinton. «Non sono mancate le cause letali. Le aspettative hanno mancato il target: la corsa tra la prima candidata donna plausibile e un uomo che si è vantato di mettere le mani addosso alle donne non si è incentrata sul genere».
 
 

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