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LUGANO«Deve esserci qualcosa di insolitamente sacro nel sale»

05.12.16 - 16:00
L'importante elemento è al centro delle opere di Aymone Poletti. Potete trovare i suoi lavori allo Spazio Officina di Chiasso fino all'8 dicembre
L'artista
«Deve esserci qualcosa di insolitamente sacro nel sale»
L'importante elemento è al centro delle opere di Aymone Poletti. Potete trovare i suoi lavori allo Spazio Officina di Chiasso fino all'8 dicembre

LUGANO - Chi pensa che l’arte sia solo pittura e scultura e che i musei siano solo luoghi grigi e pieni di polvere deve ricredersi. Abbandonati i pregiudizi, è infinito il mondo delle espressioni in quale ci si può imbattere. È il caso di Aymone Poletti: al centro dei lavori della 38enne di Lugano c’è... il sale. È possibile scovarli allo Spazio Officina di Chiasso, fino all'8 dicembre, in occasione della mostra Donazioni I. Percorsi della creatività dal Novecento al nuovo Millennio.

Aymone, perché proprio il sale?

«Il poeta Khalil Gibran una volta ha scritto: "Deve esserci qualcosa di insolitamente sacro nel sale, se è contenuto nelle nostre lacrime e nel mare!". Il sale è un elemento che mi ha sempre affascinato a causa del suo importante uso comune, dei suoi diversi valori simbolici intrinsechi e per i rituali ad esso collegati che trovano spesso una spiegazione proprio nelle sue proprietà fisiche e di conservazione. È inoltre un simbolo sacro e allegorico: diviene fonte di equilibrio, di stabilizzazione armonica tra opposte qualità».

Come prepari i tuoi lavori?

«Lavoro con elementi originali – in questo caso una serie di fotografie d’epoca (anni ‘30 e ‘60) oppure immagini attuali sviluppate ancora con pellicole Polaroid – che vengono bollite ciclicamente con una miscela di sali e inchiostri giapponesi durante alcuni giorni. Sono necessarie diverse fasi alternate di bollitura per ottenere l’opera finale».

Come hai scoperto questa tecnica?

«Attraverso la ricerca… Io pongo come punto focale il processo artistico, pensato sia come sviluppo mentale sia come processo fisico e amo sperimentare continuamente nuove tecniche espressive. Questo mi ha permesso di indagare su procedimenti particolari che poi ho ulteriormente sviluppato personalmente: con il tempo sono riuscita a trovare le giuste miscele per lavorare con le fotografie, il sale e gli inchiostri giapponesi».

Non pensi sia un peccato non preservare l'originalità di foto storiche, quindi l'autenticità della memoria?

«Al contrario: con i miei lavori rendo attento il pubblico sui mutamenti del tempo e sull’inesistenza di un’unica autenticità storica. Ognuno di noi ha, infatti, dei ricordi e, con il tempo, questi eventi sono destinati ad essere alterati dalla nostra stessa mente. Il tutto diventa dunque una metafora sulla nostra condizione di fragilità e sul tempo che scorre: le fotografie sono, infatti, la rappresentazione perfetta della nostra memoria, perché “congelano un attimo”, fissandolo nel tempo. Io effettuo una distorsione meccanica a questa memoria: nelle mie opere la fotografia originale appare, infatti, modificata, deformata dal calore e con una particolare stratificazione di sali depositati sulla superficie consunta che vuole creare un’emozione sensoriale forte e contemporaneamente portare alla riflessione».

 

La mostra - Ultimi giorni per visitare la mostra a Spazio Officina di Chiasso dal titolo "Donazioni I. Percorsi della creatività dal Novecento al nuovo Millennio".

Il finissage si terrà giovedì 8 dicembre 2016 (Immacolata Concezione).
Per l'occasione Spazio Officina sarà aperto dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00.
Alle 17.00 è previsto un brindisi per chiudere insieme al pubblico la mostra.

L’esposizione, a cura di Luigi Sansone e Nicoletta Ossanna Cavadini, traccia dei “Percorsi” dall’inizio del Novecento fino a oggi attraverso una selezione di grafiche, dipinti, opere materiche, collage e libri d’artista donati da grandi maestri, giovani talenti e filantropi a partire dal 2010 e confluiti nella collezione del museo. 

Le grafiche di maestri indiscussi del XX secolo dialogano così con i lavori di artisti più giovani e promettenti.

L’esposizione si apre con le grafiche donate nel 2010 da Gillo Dorfles e con le grafiche donate nel 2011 da Dario Fo; a entrambi il m.a.x. museo ha, infatti, dedicato una mostra.

"Donazioni I" è aperta dal martedì al venerdì dalle 14.00 alle 18.00, mentre il sabato, la domenica e giovedì 8 dicembre dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00.

 

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