In California si è chiuso uno dei più grandi festival rock di sempre. Ci credereste? C'erano anche dei ticinesi che ci raccontano come è andata
SAN FRANCISCO - A guardare i nomi in cartellone viene già un po' la pelle d'oca: Rolling Stones, Paul McCartney, The Who, Roger Waters, Neil Young e il "neonobel" Bob Dylan. Su quel palco - e stiamo parlando del Desert Trip di Indio - c'è praticamente tutta la storia della musica rock (e pop) contemporanea. Questa colossale kermesse si è srotolata lo scorso weekend (quello del 7 e del 9 ottobre, per intenderci) e questo qui appena trascorso (14-16).
La formula è quella collaudata dal festival indie per eccellenza, il Coachella: due fine settimana in compagnia delle stesse band e, attorno al palco, un villaggio super-cool in stile californiano fra le sabbie del deserto. I più caustici hanno scherzato chiamandolo «un festival per anziani», soprattutto considerando i performer e il loro pubblico di riferimento, ma era davvero così?
Per saperlo lo abbiamo chiesto a un gruppo di ticinesi che a Indio hanno deciso di farci un salto durante una vacanza nella West-Coast: «Non era assolutamente una roba da pensionati (ride), il pubblico era molto variegato. Dai trent'enni fino a i veterani rock di ottanta anni!», ci racconta il momò Giacomo Maggetti ancora negli States con i suoi compagni di viaggio.
Al di là della musica, un'esperienza curata nel minimo dettaglio: «Organizzazione impeccabile, negli enormi spazi attorno al palco c'era veramente di tutto: baretti, ristoranti, l'immancabile campeggio e anche un'intera mostra fotografica sugli artisti...».
E per quanto riguarda la musica vera e propria? «Noi ci siamo “sparati” tutti i tre giorni del primo fine-settimana, è stata una cosa incredibile, enorme. In quel pubblico immenso e davanti a quei monumenti rock, noi venuti dal Ticino quasi non ci credevamo di essere lì (ride)».
I momenti migliori? «È tutta questione di gusti, per quanto mi riguarda mi è piaciuto molto Neil Young, fortissimo anche Roger Waters... A Trump gliene ha dette proprio di tutti i colori!»