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In viaggio, tra soul e jazz, nel mondo di China

CANTONEIn viaggio, tra soul e jazz, nel mondo di China

24.06.16 - 06:00
Appuntamento imperdibile questa sera in programma a JazzAscona: alle 21.15 salirà sul palco (Stage Papa Joe’s) China Moses.
China Moses, 38 anni.
In viaggio, tra soul e jazz, nel mondo di China
Appuntamento imperdibile questa sera in programma a JazzAscona: alle 21.15 salirà sul palco (Stage Papa Joe’s) China Moses.

ASCONA - Figlia di Dee Dee Bridgewater e del regista Gilbert Moses, China, classe 1978, è cresciuta a Parigi, dove vive tuttora. «Come sai, le mie origini sono americane, ma io, devo dire, mi sento europea, parigina...», mi dice nel corso di una chiacchierata, poche ore prima di imbarcarsi sul volo che oggi la (ri)porterà alle nostre latitutidini. «È chiaro - continua, parlando degli attacchi a Charlie Hebdo e al Bataclan - in questi tempi si vive col fiato sospeso, come in tutto il mondo, del resto, ma giorno dopo giorno si tenta di guardare sempre un po’ più in là, al futuro, tornando, seppur molto lentamente, a respirare...».

China, a distanza di qualche anno torni a esibirti a JazzAscona…

«La setlist la definirei un ponte, tra composizioni vecchie e nuove…».

Per quanto riguarda le composizioni nuove immagino tu ti riferisca ai brani che troveremo nel tuo sesto album, di cui un primo estratto figura nell’ep “Whatever”, pubblicato lo scorso mese di marzo...

«Sì, certo…».

Cosa puoi dirmi a proposito del nuovo disco? 

«Si intitola “Breaking Point” e verrà dato alle stampe all’inizio del 2017. Al suo interno, undici tracce, che ho scritto di getto, in cinque giorni, con il produttore Anthony Marshall… Ad Ascona porterò con me, tra gli altri, Raphaël Lemonnier, con cui collaboro da anni... Raphaël è un pianista jazz e io sono una soul singer: ti dico questo perché negli album venuti alla luce dal nostro sodalizio - “This One’s For Dinah” (Blue Note, 2008) e “Crazy Blues” (Decca, 2012) - è lui ad avermi portato nel suo mondo, mentre questa volta, presentando le composizioni di “Breaking Point” in dimensione live, accade il contrario…».

Raccontami le registrazioni…

«I brani sono stati registrati in presa diretta a Londra, tra le mura degli Snap Studios, con la produzione di Anthony Marshall, che ha avuto modo di coinvolgere “la crème”, devo dire, della scena soul jazz britannica, ossia Luke Smith (pianoforte), Jerry Brown (batteria) e Neville “Level” Malcolm (basso). Un’esperienza straordinaria…».

Oggi quali i tuoi ascolti?

«Esploro la musica a largo raggio...».

Qual è l’ultimo disco che hai comprato?

«Guarda, è arrivato per posta pochi minuti fa: “I Wanna Go Back To Detroit City” (Bloodshot Records, 3 giugno 2016) di Andre Williams».

In vinile o in cd?

«In vinile, lo adoro...».

Oltre ad avere tua madre Dee Dee come massimo punto di riferimento anche in ambito musicale, durante l'adolescenza cosa hai ascoltato?

«Ero ossessionata dai Living Colour, artefici di uno straordinario funk metal. Poi, De La Soul, A Tribe Called Quest, Snoop Dogg, Queen Latifah… Potrei fare una lista infinita...».

Quali i primi consigli, i primi suggerimenti, di tua madre nel momento in cui hai iniziato la carriera?

«Fai sempre del tuo meglio con ciò che hai…».

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

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