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CANTONEQuel potere appiccicoso del denaro...

02.06.16 - 06:00
Pochi giorni fa Gionata Bernasconi ha pubblicato il suo nuovo libro per bambini, “Il mistero delle monete appiccicose” (Edizioni EL)
Gionata Bernasconi
Quel potere appiccicoso del denaro...
Pochi giorni fa Gionata Bernasconi ha pubblicato il suo nuovo libro per bambini, “Il mistero delle monete appiccicose” (Edizioni EL)

BELLINZONA - In attesa della presentazione del volume in programma sabato 4 giugno alle 10.30 presso la libreria Casagrande a Bellinzona, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lo scrittore, docente ed educatore ticinese.

Gionata, da dove nasce questa nuova storia? Come si sviluppa?

«Nei miei racconti mi piace inserire tematiche attuali, che possano essere evocative della nostra società. In questo racconto le “monete appiccicose” sono dunque un pretesto per parlare, in maniera divertente, di un tema molto serio, che è quello del “potere appiccicoso” del denaro e di quanto questo possa influenzare, nel bene e nel male, le scelte e la personalità della gente. Ricordo ancora il momento nel quale ho iniziato il primo capitolo; ho guardato verso l’alto e mi sono detto che esistono cose molto più preziose del denaro e che alcune di esse non sono in commercio. Da lì sono nati 40 brevi capitoli, che scandiscono il ritmo dell’avventura di Gilda, una simpatica scimmietta confrontata con un mistero più grande di lei».

C’è qualcosa che vuole anticipare ai giovani lettori di 20 minuti e tio.ch?

«Posso anticipare che questa è una storia ricca, ma non di soldi! Questa è una storia ricca di colpi di scena. E misteriosa, talmente misteriosa che forse è meglio non sapere a quali pericoli andrà incontro la piccola Gilda, mentre tenta di tornare a casa! A proposito: chissà se riuscirà a tornare a casa, o se farà la brutta fine di tutte le altre scimmiette che sono sparite dalla radura delle banane».

Lei come lavora normalmente ai suoi libri?

«In generale osservo il mondo degli adulti, poi metto in competizione la mia parte di neuroni “infantili, creativi e idealisti” con quella più “razionale e pignola”, cercando di immaginare come trascrivere la realtà, a volte dura, in un linguaggio adatto ai bambini. Il difficile viene dopo perché, per raccontare di tematiche importanti - come l’amicizia, la guerra, l’autismo, l’appartenenza ad un gruppo, il ruolo del potere, ecc… - non bisogna cadere nell’errore di banalizzare il tema ma, nemmeno, di rendere la storia didattica o moralista. Anzi, va fatto esattamente il contrario; bisogna scrivere in modo divertente e coinvolgente di tematiche serie e importanti, perché i bambini… saranno anche “bambini” ma non sono degli stupidi! E sono in grado di ascoltare anche temi importanti, se scritti in un linguaggio adatto a loro».

Lei è anche docente ed educatore. Quanto influiscono queste due professioni sull’attività di scrittore per l’infanzia?

«A volte trovo difficile tracciare dei confini tra le varie attività che svolgo. Ad esempio quando sono educatore mi sento un po’ “scrittore”, nel senso che porto il mio sguardo sul mondo, che è uno sguardo piuttosto narrativo. Viceversa, quando scrivo un racconto, mi sento un po’ “educatore” perché ho l’impressione che dalle mie parole possano anche nascere delle riflessioni nel lettore e che queste, in un modo o nell’altro, possano veicolare dei valori importanti per la sua crescita».

Quali consigli si sente di fornire a chi sta pensando di scrivere un primo racconto per bambini?

«Di scriverlo, semplicemente. Di passare “dal pensiero all’atto” perché lo scrivere è la benzina stessa del racconto che può portare in strade sorprendenti e impreviste. A volte è proprio scrivendo che nascono le idee per completare una storia che, nella testa, magari era solo una vaga idea da cogliere. Un secondo consiglio è quello di avere sufficiente umiltà per ascoltare le critiche e sufficiente autostima per ripartire più convinti di prima, soprattutto se le prime esperienze non sono del tutto riuscite».

 

 

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