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La carriera non potrebbe andare meglio al rapper milanese ma allora perché ha deciso di mollare la Siae?
MILANO - “Beautiful disaster” (quella con Mika, dai) è doppio disco di platino in Italia, un nuovo singolo “Vorrei ma non posto” (e poi disco) con J-Ax è alle porte. Insomma, la vita per Fedez sembra andare proprio benino, non vi pare?
Eppure lui non sembra soddisfatto e, nell'ultima sua uscita, ne ha sparata una veramente grossa: vuole lasciare la Siae. Non sapete cosa sia? È presto detto: è l'azienda italiana che riscuote e ridistribuisce i diritti d'autore. Insomma, per più di un verso è uno dei datori di lavoro (o meglio, di reddito) di chi nello Stivalone con la musica ci vuole campare.
Della Siae se ne sono dette di cotte e di crude, dai “magheggi” vari alla distribuzione “creativa” della quantità mostruosa di soldi che per forza di cosa finisce per maneggiare.Una gestione che l'attuale Ceo Gaetano Blandini ha recentemente definito «dimenticata» sulle pagine de La Stampa.
La mossa di Fedez quindi è pura boutade da “contro”? Forse no, soprattutto considerando quanto è complesso lo scenario attuale fra streaming e affini: visto che i ricavi della vendita sono finiti sott'acqua quelli legati ai diritti diventano ancora più importanti.
Inutile nascondersi “alla struzzo”, oggi come oggi un dinosauro come la Siae non è detto sia la scelta ottimale, ci vuole qualcuno di giovane, agile e con le mani in pasta. Chi meglio della startup italo-londinese Soundreef che riesce a ripagare gli artisti in poche settimane?
Il rischio, lo sa anche Fedez è colossale («Mi gioco il c**o con loro») ma la mossa di mettere nelle loro mani (dal 2017) tutto il suo repertorio ha creato un piccolo grande tsunami in quello che da molti era percepito come un inossidabile monopolio. Andrà bene? Solo il tempo potrà dirlo.
