Cerca e trova immobili

BELLINZONAEcco come conoscere “Martino piccolo lupo”

10.11.15 - 06:00
Oggi alle 18, tra le mura della Biblioteca Cantonale di Bellinzona, Gionata Bernasconi presenterà il volume
Illustrazione: Simona Mulazzani
Ecco come conoscere “Martino piccolo lupo”
Oggi alle 18, tra le mura della Biblioteca Cantonale di Bellinzona, Gionata Bernasconi presenterà il volume

BELLINZONA - Oggi alle 18, tra le mura della Biblioteca Cantonale di Bellinzona, Gionata Bernasconi presenterà “Martino piccolo lupo” (Carthusia Edizioni).

In occasione del 20esimo anniversario di attività della Fondazione Ares di Giubiasco, Bernasconi ha messo a punto il volume – in cui figurano le illustrazioni di Simona Mulazzani – con la finalità di aiutare adulti e bambini a parlare di autismo. Alla presentazione interverranno Christian Leoni (responsabile Ufficio degli invalidi) per il Dss e Renzo Sisini (responsabile Ufficio delle scuole comunali) per il Decs.

Gionata, come è nato il progetto di “Martino piccolo lupo”?

L’anno scorso Carthusia Edizioni aveva in programma di creare un racconto sul tema dell’autismo, in maniera delicata e metaforica, per la collana “Storie al Quadrato”, nota per trattare tematiche sociali. L’editore ha quindi contattato la Fondazione Ares - Autismo Risorse e Sviluppo per curarne i contenuti. Dopo avere dato vita a un gruppo di lavoro, il nostro ruolo è stato quello di trasformare le interessanti ed emozionanti discussioni scaturite all’interno del gruppo in un albo illustrato.

Come si sviluppa la storia?

Il protagonista è un piccolo lupo che presenta dei comportamenti particolari: si mette, ad esempio, delle ciliegie sul muso e non ulula alla luna. Tutto questo rischia di escluderlo dal branco, anche perché il capobranco sembra non essere in grado di vedere “oltre le ciliegie” e di capire chi è in realtà quel cucciolo nato in una notte di fitta nebbia. Attorno a questi elementi si sviluppa la storia del piccolo Martino e della sua mamma, confrontati con il branco, metafora della società, e con una simpatica oca in fuga da una volpe feroce. La nebbia, presente in tutto il racconto, è metafora dell’ignoranza, che può velare la realtà fino a scomparire.

Un libro, in ogni caso, destinato anche agli adulti e capace di consentire di riconoscere la “diversità”, in questo caso l’autismo.

Il libro permette di discutere di autismo attraverso delle metafore. Ad esempio, la scelta di mostrare Martino interessato alle ciliegie potrebbe fungere da spunto per parlare degli interessi limitati dei soggetti con autismo, ma permette anche di fare una riflessione più profonda sull’accettazione di chi funziona fuori dalla “norma”, in un discorso di inclusione scolastica. Ovviamente, la metafora e l’approfondimento che ne consegue dovranno essere adattati all’età dei bambini e approfonditi secondo la sensibilità e la competenza del docente in materia.

Lei, oltre ad essere un noto scrittore per l’infanzia, è un educatore specializzato proprio in autismo. Cosa l’ha spinta a optare per questa specializzazione?

Molti anni fa ho lavorato a Ginevra per un progetto specifico, dove ho capito che la qualità di vita di una persona con autismo può dipendere tantissimo dal tipo di accoglienza e di approccio utilizzato. Questo aspetto mi ha fatto riflettere su quanto sia importante la conoscenza del disturbo, quanto sia utile promuovere progetti di sensibilizzazione e quanto sia indispensabile sfatare alcuni miti e stereotipi ancora presenti attorno ad esso. Forse questi aspetti - legati al fatto che per lavorare con l’autismo bisogna essere creativi (non nel senso artistico, bensì nel senso intellettuale) e non solo dei bravi teorici - mi hanno spinto in questa direzione.

Immagino che all’interno del libro si rifletta tutta la sua esperienza. C’è un incontro che l’ha colpita in modo particolare?

Di incontri importanti ne ho avuti davvero molti e non potendoli citare tutti inizierò con il primo, avvenuto tanti anni fa a Ginevra con Nicolas, un ragazzo con autismo che ancora oggi mi è rimasto nel cuore. Rispetto a questo progetto specifico citerei invece tutto il gruppo di lavoro, dall’intelligenza e sensibilità dei professionisti con i quali ho collaborato, fino a Barbara che, con tenerezza e lucidità, ha contribuito alla nascita del libro condividendo con tutti la sua esperienza di mamma.

Per concludere, il libro sarà distribuito in tutte le scuole dell’infanzia ed elementari della Svizzera italiana. Nel contempo, verranno organizzati corsi di formazione con gli insegnanti. Come verrà impostato questo progetto?

A seconda del tipo di richiesta e progetto scolastico, la Fondazione Ares è a disposizione per creare dei percorsi individualizzati con singoli docenti e/o per progetti di sede.

Info: gionatabernasconi.ch - fondazioneares.com - carthusiaedizioni.it  

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE