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"Per comporre ho approfittato dei momenti di solitudine ad Ascona"

SVIZZERA"Per comporre ho approfittato dei momenti di solitudine ad Ascona"

22.09.15 - 06:24
La locarnese Nadine Carina ha dato alle stampe il suo nuovo album, “Never Been To Heaven”
Foto Rosaline Shahnavaz
"Per comporre ho approfittato dei momenti di solitudine ad Ascona"
La locarnese Nadine Carina ha dato alle stampe il suo nuovo album, “Never Been To Heaven”

ASCONA - Il 18 settembre Nadine Carina ha dato alle stampe il suo nuovo album, “Never Been To Heaven” (Oh, Sister Records/Irascible).

Anticipato lo scorso mese di agosto dal primo singolo “Crystal Eyes”, il nuovo disco messo a punto dalla giovane songwriter locarnese – che da qualche tempo, dopo un’esperienza a Liverpool, vive tra Londra e il territorio elvetico – raccoglie dieci tracce dream pop oriented, essenziali, che, ancora una volta, documentano un’evoluzione compositiva. Visionaria nei versi, nelle strofe, come nelle melodie, negli arrangiamenti.

Nadine, raccontami il processo di lavorazione del disco…

“Never Been To Heaven” è stato scritto in un mese, mentre ero in vacanza in Ticino, nel febbraio 2014. Ho approfittato dei momenti di solitudine nella mia camera ad Ascona per comporre, specialmente di notte, o al mattino presto. Mi sono detta: «Voglio scrivere abbastanza materiale per completare un album!». E all’inizio, quando ho incominciato, sembrava alquanto difficile, ma poi, più mi ci mettevo più le canzoni sembravano concretizzarsi, come per magia. Successivamente ho registrato i brani da sola, ma erano più delle demo e non ne ero completamente soddisfatta… Quindi, in questi termini, ho affidato la produzione a Mathieu Bedwani, che ha dato all’album la direzione giusta, rendendo il suono più elaborato e potente.

Perché questo titolo, “Never Been To Heaven”?

Sono uscita una sera con degli amici a Liverpool, e a un certo punto ci siamo ritrovati davanti all’Heaven, un bar in cui non ero mai entrata. Poi ho urlato, senza farlo apposta: "I've never been to Heaven!". Imediatamente, mi è sembrato che calzasse a pennello con la tematica dell'album. 

Potresti analizzare i testi in generale?

Si tratta di un album piuttosto “dark”, che parla di argomenti che mi stanno particolarmente a cuore, come l’introspezione, l’amore in generale e anche i lati oscuri della vita, che possono essere l’autodistruzione e la solitudine.

E dei versi di “Crystal Eyes” cosa puoi dirmi?

Il pezzo può essere interpretato come una classica storia d’amore passionale o come la storia di un tossicodipendente che si guarda allo specchio e si innamora del suo alter ego, che lo fa sentire meglio.

Quali le maggiori influenze confluite nel disco?

È un mix di sonorità anni Ottanta e ambient, accompagnato da beat hip hop moderni.

Se non sbaglio, si tratta della tua prima pubblicazione tramite la label Oh, Sister Records/Irascible… La tua produzione precedente, l’ep “Things That People Love To Remember” (2013), era stata data alle stampe dall’etichetta ticinese On The Camper… Cosa è accaduto? 

Una volta che l'album era finito l'ho proposto a diverse label e Oh Sister si è mostrata subito interessata: quando ho incontrato i ragazzi dell’etichetta ho percepito immediatamente una bella motivazione, per la musica prima di tutto.

Quando uno showcase nella Svizzera italiana?

Nel momento in cui si presenteranno le possibilità.

Info: ohsisterrecords.com

 

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