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LUGANOAmori tormentati in scena al LAC

19.09.15 - 09:31
L’amore è quello tra lo scrittore Anton Cechov e l’attrice Olga Knipper, portato in scena da Antonio Ballerio in “Non ogni notte la luna”
Foto Ticinonline
Amori tormentati in scena al LAC
L’amore è quello tra lo scrittore Anton Cechov e l’attrice Olga Knipper, portato in scena da Antonio Ballerio in “Non ogni notte la luna”

LUGANO - Chissà cosa avranno pensato gli uomini presenti ieri sera (pochi per la verità) nel Teatrostudio del neonato Lac di fronte a quella frase: “Datemi una moglie che sia come la luna, che non compaia nel mio cielo ogni notte”. A pronunciarla è stato Anton Cechov riferendosi alla sua amata Olga Knipper. Ed erano proprio loro due i protagonisti della pièce “Non ogni notte la luna”, spettacolo scritto e diretto da Antonio Ballerio, che ha portato in scena il tormentato carteggio tra il celeberrimo scrittore russo e la famosa attrice diventata poi sua moglie.

Una storia d’amore e di lavoro rappresentata da due coppie, una anziana (Antonio Ballerio e una bravissima Tatiana Winteler) e una giovane (Simon Waldvogel e Camilla Parini), entrambe composte dallo scrittore Cechov e dall’attrice Knipper. Un gioco ad incastro, un continuo riflesso di specchi dai quali emerge un amore sofferto tra due personalità irruenti e costrette a vivere separate: lei a Mosca nei teatri più importanti, lui a Jalta a causa della tisi, ma uniti dalla passione per il teatro. In mezzo c’è l’intero mondo cechoviano, dove trovano posto continui rimandi ai capolavori dello scrittore russo: “Il Gabbiano”, “Zio Vanja”, “Le tre sorelle” e “Il giardino dei ciliegi”. “Ah..come è stato difficile scrivere questa pièce”  mormora Cechov a proposito del suo capolavoro più celebre.

Il tutto è calato in una perfetta scenografia che rievocava il design cechoviano: dalla finta neve per terra, alle abat-jour degli interni borghesi, ai famosi ciliegi dipinti sui pannelli. 

Un’ora e dieci di tensione poetica, tra momenti di alta tragedia - quando Olga perde il bambino a causa di un aborto spontaneo -, di forte drammaticità - quando Cechov le chiede di mettere da parte un po’ il suo lavoro di attrice per qualche bacio in più -, ma anche momenti di ilarità da cui viene fuori il Cechov più simpatico, quello preoccupato per la sua imperante calvizia. Ma su tutto resta l’alta lezione cechoviana del teatro e della vita. “L’arte non tollera la menzogna. Nell’arte non si può mentire. Cerco di scrivere la vita in ciò che c’è di più vero”. Parole pronunciate nei primi anni del '900, e perfettamente metabolizzate da Antonio Ballerio, che insieme al suo cast non ha mentito in fatto di credibilità e di verità.

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