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MAGGIAMike Zito e Laurence Jones hanno dato spettacolo

27.07.15 - 13:20
Continua con il vento in poppa l'edizione 2015 di Vallemaggia Magic Blues
Foto Vallemaggia Magic Blues/Rémy Steinegger
Mike Zito e Laurence Jones hanno dato spettacolo
Continua con il vento in poppa l'edizione 2015 di Vallemaggia Magic Blues

MAGGIA - Vallemaggia Magic Blues prosegue con il vento in poppa. La due giorni di Maggia ha aggiunto ulteriore qualità all'edizione 2015, soprattutto grazie a Mike Zito e Laurence Jones, senza dimenticare i due opening acts.

A Maggia si è avuta la conferma che Mike Zito è una delle migliori proposte rock-blues in circolazione. Musicista in stato di grazia, tecnica sopraffina alla chitarra, assolo da deliziosi a vibranti e dove finalmente prevale la melodia, gran voce, scrittura musicale di alto livello, poche cover ben calibrate (un medley di "Bootleg" e "Born on the bayou" curioso omaggio ai Creedence Clearwater Revival), componenti della band all'altezza del leader (in gran spolvero Jimmy Carpenter al sassofono): il tutto in un concerto tiratissimo e intriso di Southern rock, ritmi funky e radici Texas boogie.

A scaldare i motori era stato uno dei migliori chitarristi svizzeri, Philip "Bluedög" Gerber con il suo potente quartetto Dözg, nel quale alla batteria sedeva il bravo Freddy Steady, già con i Krokus. Lui stesso definisce la sua musica "Loud and dirty blues"! C'è voluto poco per svegliare la piazza di Maggia e scaldarla per lo show di Zito. Torridi brani tutti usciti dalla penna del leader per un sound rock-blues, virato verso l'hard rock, quando sul palco è salito Leo Leoni, chitarrista dei Gotthard.

Il menu della seconda serata offriva il concerto del trio del pluripremiato Laurence Jones, considerato da molti critici il volto innovatore del British Blues, erede designato di eroi quali Rory Gallagher e Jimi Hendrix. Lo stile "ruvido" e la sua impressionante velocità sul manico rimandano proprio ai guitar heros citati. Molti i brani tratti da "Temptation" e "What's it gonna be", il primo prodotto da Mike Zito, con la sezione ritmica della Royal Southern Brotherhood. Grande entusiasmo tra il pubblico per i lunghi assolo al vetriolo di Jones, ben supportato dalla sezione ritmica, nella quale spicca il fenomenale bassista Roger Inniss. Lungo bis con omaggi a Gallagher e a B.B. King.

In apertura dalla South Carolina la simpatia di Wes Mackey, gentleman del Blues, che ha diviso il palco con mostri sacri quali Muddy Waters, Jimmy Reed e John Lee Hooker, dei quali porta avanti con coerenza il discorso. Con il suo Blues Train (ottima spalla l'armonicista Kreso Oremus) ci siamo immersi nel Chicago Blues e grazie ad una scaletta ben calibrata, con brani autobiografici ("Life is a journey"), egli ha conquistato tutto il pubblico presente, accorso di nuovo in massa. Un concerto quasi d'obbligo dopo l'ubriacatura funk e rock della sera precedente.

Settimana prossima a Bignasco la due giorni marcatamente rock. Attesa per il ritorno degli Uriah Heep e per i Quireboys, una prima in valle. Opening acts i nostri Andrea Bignasca e Pink Jelly Bean.

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