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ASCONADavell, con Fats nel cuore e nell’anima

03.07.15 - 06:00
In attesa di rivederlo sul palco con il suo tributo a Fats Domino oggi e domani a JazzAscona, il giovane pianista e cantante Davell Crawford si racconta
Davell, con Fats nel cuore e nell’anima
In attesa di rivederlo sul palco con il suo tributo a Fats Domino oggi e domani a JazzAscona, il giovane pianista e cantante Davell Crawford si racconta

ASCONA - Chi ebbe modo di assistere all’ultima performance che il grande Fats (classe 1928) tenne in Ticino nella seconda metà degli anni Ottanta – si esibì al Kursaal di Lugano – di certo non può perdersi l’omaggio messo a punto dal giovane Crawford, che ha saputo cogliere a piene mani lo spirito, la tecnica, la freschezza della leggenda vivente di New Orleans.

Davell, sei ad Ascona già da qualche giorno… Come ti trovi qui nella Svizzera italiana?

"Sto benissimo, sto passando una settimana straordinaria… Il festival, come sempre, è fantastico!"

Come è nata l’idea di uno show interamente dedicato a Fats?

"La sua musica fa parte di me… Lui, inoltre, è una persona eccezionale: è un mio carissimo amico… Uno zio, diciamo… Vado spesso a casa sua, l’ultima volta è capitato soltanto tre settimane fa: dopo quattro chiacchiere, mi sono seduto al pianoforte e ho suonato qualcosa per lui, tra cui “Blueberry Hill”, “I’m Walking”, “Valley Of Tears”, un paio di titoli firmati da Little Richard e altri scritti da mio nonno, James “Sugar Boy” Crawford… Per rispondere alla tua domanda, comunque, lo show è nato con un obiettivo ben preciso: quello di riuscire a mostrare a Fats tutta la mia gratitudine… Devi sapere, oltretutto, che con me qui a JazzAscona ho portato uno dei musicisti della sua band, Elliott “Stackman” Callier (sax baritono)…"

So che Fats non viaggia più… A New Orleans, però, lo si vede ancora sul palco?

"No, ha deciso di ritirarsi già qualche anno fa… Sai, alcuni giorni sta abbastanza bene, altri un po’ meno…"

Da quanto mi è parso di capire, anche durante la tua adolescenza, nel corso della tua formazione musicale, i tuoi ascolti erano legati alla musica di Fats…

"Ti dico una cosa che ti farà sorridere: da ragazzo non ascoltavo né Fats, né Little Richard, né mio nonno… Le loro canzoni, in qualche modo, erano già nel mio dna… Anche Little Richard, per me, è uno di famiglia…"

Cosa ascoltavi quindi in quel periodo?

"Classica, zydeco e tanto country, in particolare Kenny Rogers, Dolly Parton e Crystal Gale…"

Pensi che questo tuo tributo possa trasformarsi anche in un album?

"L’idea è sul piatto, ma non posso ancora darti una risposta definitiva… Proprio in questo periodo ne sto parlando con la mia label…"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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