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LUGANORisate nel weekend, I Legnanesi: "Arriviamo con un thriller... E la Teresa"

27.02.15 - 15:33
Tre giorni di comicità con il giallo "La finestra sui cortili"
Risate nel weekend, I Legnanesi: "Arriviamo con un thriller... E la Teresa"
Tre giorni di comicità con il giallo "La finestra sui cortili"

LUGANO - Sarà la comicità de "I Legnanesi" a concludere a Lugano il cartellone 2015 della rassegna comica Homo Ridens. Sul palco, al Palazzo dei Congressi di Lugano, porteranno il loro più recente spettacolo: “La finestra sui cortili”, in scena per 3 repliche sabato 28 febbraio alle 20.30, domenica 1° marzo alle 18.00 (invece che alle 17.00 come previsto) e lunedì 2 marzo alle 20.30.

“La finestra sui cortili” è un titolo che fa pensare al capolavoro di Hitchcock con James Stewart e Grace Kelly. Anche se, come ci racconta lo stesso Antonio Provasio, nello spettacolo dei Legnanesi c’è di mezzo un giallo, che però è tutto da ridere.

"Il titolo ricorda il noto film, è vero - spiega l'attore teatrale noto come "la Teresa" -. Vuole però rievocare il cortili di una volta, quelli dai quali ci si affacciava, da tutte quelle finestre, per proteggerlo quel cortile. È un titolo nuovo, mio e non di Felice Musazzi, legato all'attualità".

Cortili e attualità?
"Arriva l'Expo a Milano. Abbiamo voluto riportare lo spettatore indietro nel tempo. Si parlerà di cortili, di radici, di come si viveva un tempo. Un modo, questo, per non dimenticare da dove arriviamo, soprattutto in occasione dell'arrivo di questa multi-etnicità che sarà al centro dell'esposizione milanese".

Quindi il giallo c'entra poco in questo caso...
"Il giallo c'è, è nella prima scena, quando viene rubata la porta di un gabinetto e diventiamo un po' tutti degli Sherlock Holmes".

Ha Parlato di Musazzi, come lo ricorda?
"È stato il fondatore della compagnia, il nostro maestro. Lo ricordiamo sempre con piacere, ma soprattutto cerchiamo di non farlo dimenticare portando avanti il suo lavoro, ma riallacciandolo ai giorni nostri. Abbiamo cercato di non autoghettizzarci limitandoci a parlare troppo di cose retrò".

Quando ci sono persone che lasciano un segno nella vita, qualcosa resta
"Non ci fosse stato lui non avrei fatto questo mestiere. Mi ha permesso di creare il personaggio della Teresa e portarlo nei teatri. Aveva una maestria eccezionale. L'ho sempre paragonato a De Filippo, Govi... Era un personaggio molto importante per il nord Italia. Ho cercato di prendere da lui tutto quello che poi mi è servito dopo per andare avanti anche se, dopo la sua scomparsa, mai più avrei pensato di riportare sul palco questa maschera lombarda. E invece... Eccoci qua".

E va molto bene...
"Abbiamo chiuso a Milano con quasi 52mila spettatori al Teatro Nazionale in due mesi, quindi devo dire che è andata molto più che bene. Siamo veramente soddisfatti".

Tornare invece sul palcoscenico a Lugano è un po' come sentirsi a casa?
"Noi ormai ci sentiamo ticinesi d'adozione. Sono tanti anni che lavoriamo in Ticino, riceviamo molto amore, molti consensi, facciamo quasi sempre il tutto esaurito, quindi siamo contenti. Tra l'altro, per voi il dialetto è un po' una lingua, il vostro calore ci fa sentire davvero a casa".

Però in questo momento è un po' lontano da queste latitudini, si trova a Napoli. Cosa vuole fare, conquistare il sud con il dialetto del nord?
"Sono a Sorrento, da un mio carissimo amico. Ci stiamo godendo questi ultimi giorni di relax. Io sono innamorato di Napoli. Portare i Legnanesi qui sarebbe un sogno".

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