The Imitation Game racconta la storia di Alan Turing, un'interpretazione per Benedict Cumberbatch che potrebbe regalargli l’Oscar
TORONTO - Benedict Cumberbacht se oggi Alan Turing fosse ancora in vita, sarebbe molto famoso…
"In ogni caso lo è. Ha contribuito a liberare il mondo dalla minaccia nazista e a porre fine alla seconda Guerra Mondiale, ha salvato milioni di vite ed è un pioniere dell’informatica moderna".
Nel film che il suo orientamento sessuale è un tema…
"Sì, era molto onesto su quello che la sua omosessualità comportava. Non ha né chiesto scusa né combattuto, voleva solo essere se stesso. Era un atipico e poco convenzionale eroe".
Come ha costruito il personaggio?
"Lui teneva spesso la testa bassa. Nelle foto che ho visto mi è sembrata una persona molto atletica. Era un buon corridore, molto veloce. Così lo volevo rappresentare. Voleva capire un mondo che però non capiva lui. Questa probabilmente è stata la tragedia della sua storia".
Ha interpretato diversi personaggi nell’ultimo anno. Preferisce calarsi nei panni di quelli buoni o di quelli cattivi?
"Dipende dal film. Amo i personaggi complessi. Mi piace anche affrontare quelli che rappresentano una sfida perché inusuali. Un equilibrio fra le due cose, è quello che preferisco".
Si vedrebbe recitare anche in una commedia oppure in un musical?
"Sì, mi piacerebbe recitare in una commedia con Will Farrell o Ben Stiller".