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SVIZZERATornano i Frontaliers e si portano Dante

24.11.14 - 10:17
Da giovedì sarà nelle sale il nuovo film. Il 9 dicembre sarà disponibile sugli scaffali dei negozi
rsi/L.Daulte
Tornano i Frontaliers e si portano Dante
Da giovedì sarà nelle sale il nuovo film. Il 9 dicembre sarà disponibile sugli scaffali dei negozi

LUGANO - L’italiano si impara coi Frontaliers. Da giovedì il film sarà nelle sale, il 9 dicembre sugli scaffali dei negozi. Inquieta pensare che una dogana si possa trasformare in una scuola a cielo aperto, soprattutto se la dogana in questione è quella dei Frontaliers. Eppure proprio perché improbabili, Bernasconi&Co. potrebbero arrivare laddove non sono riusciti a farlo schiere di insegnanti.

“Si parte proprio da qui – ci conferma Paolo Guglielmoni - è questo il meccanismo comico. Parlerei soprattutto per Bernasconi e Veronelli, i quali sulla carta partono molto male… Tutto ha inizio quando a Bizzarone arriva una troupe televisiva per girare un documentario su “l’italiano come lo parlano i doganieri” e loro invece di spaventarsi  e rendersi conto che la cosa potrebbe finire anche molto male, si gasano perché pensano che la televisione li possa rendere famosi. E qui Bussenghi fa un gesto di grande generosità: al posto di giocargli contro li aiuta. Assieme a lui arriva un altro contributo importante che è lo spettro di Dante Alighieri… ”.

"Frontaliers al cimena: qui si parla itagliano!" si inserisce nel progetto Italiano lingua di frontiera promosso da Rsi in collaborazione con Decs e Percento culturale Migros Ticino: “non c’è nessun intento giudicante – assicura Paolo – l’idea è di stimolare un dibattito, non vogliamo né mettere il cappello dell’asino a qualcuno né promuovere dei nuovi membri dell’accademia della crusca. Semplicemente vogliamo stimolare una discussione: quanto teniamo alla lingua che parliamo? Quanto è importante in generale per la nostra identità?  Le risate sono il primo obiettivo dichiarato, sei poi  una scintilla di dibattito e di riflessione si accende ancora meglio!”

Ci sono sostantivi, verbi, espressioni che hai scoperto o riscoperto grazie a questa nuova operazione dei Frontaliers?
Ho riscoperto delle cose insieme agli ascoltatori che hanno fatto la trasmissione con me il sabato mattina. Particolare successo ha avuto la puntata sui dialettismi, mi è piaciuto il tono della puntata perché sembrava quasi un terapia collettiva fatta col sorriso. Molte espressioni che usiamo pensiamo siano italiano ma sono state riprese paro paro dal dialetto come per esempio “farsi dentro”. Altro tema caldo è stato quello legato all’ invasione degli anglicismi nella Svizzera italiana.

Nel 2011 la Società Dante Alighieri aveva lanciato la campagna: Adotta una parola, tu quale sostantivo ti sentiresti di difendere?
Senz’altro dichiarare…perché nel suo vocabolario di 100 parole è la prima che dice sempre Bernasconi.

Una parola che polverizzeresti se solo potessi?
Un attimino. Se si potesse fare una sorta di campagna per la progressiva sparizione di “un attimino” sarei felicissimo. Però sono il primo a utilizzarlo, ogni volta che lo dico mi si accende la lampadina di Vicky il vichingo che mi dice: “ah! Puoi utilizzare un altro termine”.

Si dice che chi legge molto parli meglio, occorre però che siano delle buone letture, tu che suggerisci?
Quando ero al liceo e scrivevo i temi pensavo di essere un genio ma il mio professore mi faceva capire che non era così. Ho capito che aveva ragione quando ho cominciato a leggere Dino Buzzati, mi piaceva molto la sua semplicità che ho poi, senza successo, cercato di imitare. Grazie a Buzzati ho capito che non c’è bisogno di scrivere difficile per essere un grande scrittore.

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