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Tre generazioni nel nome del boogie woogie

SAN FRANCISCO/LUGANOTre generazioni nel nome del boogie woogie

17.11.14 - 06:41
Da due anni si svolge il San Francisco International Boogie Woogie Festival. Scopriamo com’è nato… Perché c’è lo zampino anche di un ticinese…
Da sinistra Bob Seeley (86 anni), Eliel Redstone (70) e il ticinese Silvan Zingg (41).
Tre generazioni nel nome del boogie woogie
Da due anni si svolge il San Francisco International Boogie Woogie Festival. Scopriamo com’è nato… Perché c’è lo zampino anche di un ticinese…

SAN FRANCISCO/LUGANO - A celarsi dietro qualsiasi discorso legato al boogie woogie c’è sempre, e inevitabilmente, Silvan Zingg, pianista 41enne di Manno, che più o meno da un quarto di secolo, porta il suo talento, e anche un po’ di Ticino, in giro per l’intero pianeta…

Fondatore dell’International Boogie Woogie Festival – che dal 2002, annualmente, prende vita a Lugano e dintorni – Zingg, con la sua manifestazione, ha ammaliato un architetto californiano, Eliel Redstone: «Tre anni fa ha avuto modo di imbattersi in un clip registrato tra le mura del Palazzo dei Congressi, e nel 2012 si è recato qui alle nostre latitudini soltanto per poter assistere alla rassegna…», ci spiega Zingg. «Da quegli istanti Eliel – continua – ha maturato l’idea di creare, a sua volta, un “festival gemello” in California... Nel corso dei mesi successivi, poi, quell’idea si è concretizzata nella prima edizione, e il 9 novembre scorso si è tenuta già la seconda…».

Insieme alla leggenda del boogie woogie Bob Seeley (86 anni), Silvan Zingg, in entrambe le occasioni, ha “vestito i panni” dell’ospite d’onore: «Questo aspetto non può fare altro che lusingarmi profondamente…», rivela il 41enne prima di concludere. «E anche quest’anno, oltretutto, il Miner Auditorium di San Francisco ha segnato un’altra volta il sold out… Una soddisfazione impareggiabile...».

A noi, intanto, non resta che attendere la quattordicesima edizione del festival luganese, in programma dal 10 al 12 aprile 2015: «Chi figurerà tra gli ospiti? Bob Seeley, ovviamente…».

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